violenza sulle donneDonne, denunciate, denunciate, denunciate.

E’ il grido di preghiera e  di rimprovero dell’associazione contro la violenza sulle donne “Donne a Sud” di Vittoria che è intervenuta a seguito dei fatti di sangue e di violenze che si sono verificati nell’ipparino.

Da Sylvie che aveva 37 anni, un marito e tre figli,  uccisa dal padre,  alla fidanzata di Vlad Nicursor, costretta a prostituirsi. E poi ancora, le straniere che lavorano nei campi del ragusano, molestate dai titolari e costrette ad abortire se restano incinte, noi non conosciamo né i nomi né le età. Sono vittime dei loro aguzzini e a noi importa questo. La giovane  di Vittoria violentata nell’androne di un condominio da un 31enne suo concittadino che l’ha seguita, terrorizzata, braccata, segnata per sempre. “Con quale diritto?  –  si chiede l’associazione – Al termine di quale processo queste donne sono state giudicate colpevoli e condannate a una simile pena? Chi ridarà a Sylvie la vita? Chi ridarà la mamma ai suoi tre figli? E, alle altre, la serenità?

Ha fatto discutere in questi giorni il video di Facebook postato da una bellissima ragazza straniera che racconta  ogni giorno della sua vita con un selfie: dietro a quegli scatti c’è la sofferenza di una donna che non riesce a denunciare le violenze e poi con un cartello, nell’ultimo scatto, lei chiede aiuto perché non sa se il giorno dopo sarebbe stata ancora viva.  Prima il volto bello, poi le ecchimosi al volto, le croste sulla fronte e l’occhio gonfio.

Il messaggio è denunciate: “Con noi, con le forze dell’ordine, con i medici e gli operatori degli ospedali che le ricuciono dopo che i compagni le hanno prese a pugni come sacchi della boxe o squartate come peluches…Denunciate, sempre e comunque. Anche se sembra inutile, anche se tutto sembra contro di voi. Noi non lo saremo mai.  Siamo dalla parte delle donne, sempre.”

 Viviana Sammito