da La Sicilia del 9 febbraio

di Carmelo Riccotti La Rocca




Due assoluzioni e una condanna a 2 anni e 4 mesi. È l’esito della sentenza relativa all’operazione “verdura e devozione” condotta dai Carabinieri e che nel gennaio del 2018 si è registrata nei confronti di Mimmo Mormina che, difeso dall’avvocato Rinaldo Occhipinti, è stato condannato ad una pena di 2 anni e 4 mesi di reclusione oltre al pagamento di una multa di 2 mila e 800 euro. Per lui, nella sentenza emessa il 7 febbraio scorso dal giudice monocratico presso il Tribunale di Ragusa, Fabrizio Cingolani, è stata esclusa l’aggravante, ma ha pesato la recidiva. Per Guglielmo Inì, uno dei quattro arrestati, anch’egli difeso da Occhipinti, la vicenda giudiziaria si era già consumata con la richiesta del rito abbreviato.

Il giudice ha invece assolto Giuseppe Mililli e Antonello Ingallinesi, il primo difeso dall’Avvocato Agnello e il secondo dai legali Venuti e Basile. Ingallinesi è titolare del bar di Piazza Italia individuato dai militari come punto di riferimento all’interno del quale avveniva lo spaccio e il consumo della droga. Mililli e Ingallinesi si trovavano in regime di restrizione cautelare quando hanno ricevuto la notifica della sentenza emessa dal giudice che ne ha ordinato l’immediata liberazione; In sostanza, secondo la sentenza, l’accusa non era supportata da prove oltre ogni ragionevole dubbio. L’operazione verdura e devozione, scattata all’alba del 12 gennaio 2018, dopo una intensa e articolata indagine svolta dai militari della Tenenza di Scicli, portò alla luce una rete dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti che vedeva quale punto nevralgico l’attività commerciale gestita da Ingallinesi dove avveniva lo scambio o, addirittura, veniva direttamente consumata la droga.




La scelta di indicare le investigazioni con il nome di “Verdura e devozione” scaturì dall’attività di uno degli indagati principali, venditore ambulante di frutta e verdura che utilizzava nelle conversazioni con gli acquirenti nomi di frutta e verdura per indicare in realtà le dosi di cocaina e dal termine “devozione” con il quale lo stesso indicava la disponibilità a pagare lo stupefacente (“sei devoto a Santa Venera?” per chiedere se l’interlocutore avesse disponibilità di denaro).

L’operazione, spiegata poi in una conferenza stampa tenuta presso la sede della Compagnia dei Carabinieri di Modica, fece seguito ad una indagine condotta durante l’arco temporale compreso tra il Settembre 2016 al Gennaio 2017. Gli inquirenti accertarono oltre 150 episodi di spaccio che si svolgevano principalmente nel noto bar dove il titolare, secondo l’accusa coadiuvato da un suo operaio, mettevano nelle migliori condizioni gli assuntori. Dopo l’operazione dei militari, il Gip del Tribunale di Ragusa, su richiesta del Pubblico ministero, Francesco Riccio, emesse per i quattro l’ordinanza di misura cautelare ai domiciliari per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.

L’operazione “verdura e devozione” fece molto scalpore in città soprattutto per il fatto che portò alla luce un importante e fruttuoso traffico illecito di droga proprio nel cuore della città, in pieno centro storico.