u gioiaLa festa di Pasqua che si tiene a Scicli è certamente una delle più stravaganti e particolari di tutto il panorama religioso nazionale ed internazionale. È anche per questo motivo che il Cristo Risorto di Scicli, meglio conosciuto come il Gioia, con l’articolo rigorosamente al maschile, ogni anno richiama miglia di turisti che arrivano dalla penisola e dall’estero. Non è un caso che anche il noto cantante Vinicio Capossela se ne sia innamorato a tal punto da dedicargli un brano inserito all’interno dell’album Ovunque Proteggi pubblicato nel 2006, brano intitolato l’uomo vivo. Già, perché è riduttivo definire quella del Gioia una statua, ma in quel giorno quell’opera lignea del 700, attribuita al Civiletti, prende forma, diventa “viva”. È pazzo di Gioia, è l’uomo vivo….barcolla, traballa, sul dorso della Folla!!! La canta così la festa di pasqua di Scicli Capossela, un omaggio a una rappresentazione che diventa un rito collettivo, alcuni l’hanno definito addiritura un rito orgiastico per enfatizzare questo rapporto intenso e sublime tra i portatori e quella statua portata in trionfo e che rappresenta l’inno alla Gioia. La festa del gioia arriva al culmine di una settimana santa intensa che inizia con la Domenica delle Palme e la processione dell’Addolorata della Chiesa di Santa Maria La Nova, prosegue con l’Addolorata della Chiesa di San Bartolomeo (risultato di una antica rivalità tra le due confraternite che ha portato ad avere diverse feste religiose raddoppiate) per passare dalla Via Crucis e la processione del Cristo nella bara delle Chiesa di San Giovanni. Ma tutti aspettano il Sabato della “resuscita”, per quella sera il Santuario di Santa Maria La Nova diventa una bolgia, la gente assiste alla messa come se stesse assistendo ad un concerto, la funzione religiosa viene sovente interrotta, il sacerdote deve richiamare più volte alla calma. Quando a mezzanotte si scopre il telo e appare il Gioa, la festa può iniziare. Per poter portare fuori il Cristo Risorto dalla Chiesa occorre aspettare l’indomani dopo la processione religiosa dello Stendardo che esce alle 11 e rientra in Chiesa alle 13. Poi, quando lo Stendardo entra in Chiesa e la banda inizia suonare la marcia del gioia (inno di Busacca) un brivido scorre lungo la schiena dei presenti e l’applauso scatta spontaneo. Tutto si sposa perfettamente: una statua bella e rappresentativa, una marcia allegra e coinvolgente e dei portatori che sprizzano gioia da tutti i pori, per una festa che terminerà solo a tardissima notte, senza un orario prestabilito, ma a discrezione dei portatori stessi. Nel video il servizio pubblicato oggi all’interno del telegiornale di  Canale 74 (digitale terrestre).

Ricordiamo a quanti non hanno la possibilità di poter assistere direttamente alla festa, che la stessa sarà trasmessa in diretta da Video Mediterraneo nella trasmissione Pasqua negli Iblei (Canale 11 digitale terrestre)