Ci sarebbe stato un accordo per evitare lo scioglimento se i consiglieri si fossero dimessi fino a far cadere il Consiglio. Su questa frase, detta dal consigliere Claudio Caruso, si sono accesi gli animi durante i lavori dell’Assise di giovedì sera, nella seduta in cui è stato deciso a maggioranza il conferimento della cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre. Le parole del consigliere Caruso, hanno fatto andare su tutte le furie alcuni esponenti di opposizione e non solo, pochi minuti dopo, infatti, sui social è arrivato il post dell’avvocato Bartolo Iacono, uno dei massimi sostenitori della teoria del complotto appannaggio del “partito delle discariche”, il quale ha annunciato che trasmetterà l’informazione alla Commissione antimafia. Sull’argomento sono intervenuti anche ex consiglieri e amministratori della legislatura Susino che considerano gravissime le dichiarazioni di Caruso. “Premesso che i sottoscritti abbiamo deciso di ricorrere sino al Consiglio di Stato per fare chiarezza fino in fondo su quello scioglimento, convinti come siamo che troppe ombre si affastellano attorno a quella vicenda – scrivono Bernardetta Alfieri, Marco Causarano, Alessia Gambuzza, Pino Savarino, Gianpaolo Schillaci e Gianni Trovato – adesso, alla luce di queste dichiarazioni pubbliche, riteniamo sia interesse primario della città che, il consigliere comunale Claudio Caruso, chiarisca fra chi era questo «accordo» e soprattutto che cosa prevedeva. Riteniamo assolutamente doveroso che i cittadini sappiano quali trame e quali vicende si sono giocate attorno a quella vicenda”. Dal canto suo Claudio Caruso risponde dicendosi molto infastidito per i continui attacchi subiti, che le sue dichiarazioni sono state travisate e che, nel riportarle, è stata omessa una parola che incide sostanzialmente sul senso della frase: «accordo politico».

Caruso: ho parlato di accordo politico

“Mi riferivo – spiega Caruso- alla nascita del cosiddetto governo dei responsabili (il ribaltone che diede una nuova maggioranza a Susino) sostenuto da un accordo politico che prevedeva la realizzazione di undici punti programmatici fino ad arrivare all’approvazione del piano di riequilibrio e poi andare a nuove elezioni. Quando poi si insediò la commissione inviata dal Prefetto, ci fu un dibattito comune che coinvolse un’intera città e riflettemmo sulla possibilità di dare le dimissioni per evitare lo scioglimento. Questa è la riflessione che ho fatto in consiglio giovedì sera, nulla di più, ma qualcuno vuole fare apparire ciò che non c’è”. Sull’argomento è intervenuto anche il presidente del Consiglio Comunale Danilo Demaio secondo cui quello dello scioglimento è un lutto che la città ha elaborato e che deve essere superato. “Da un confronto sereno tra diverse posizioni politiche, portate avanti dai Consiglieri presenti in aula, e da interpretazioni personali – ha affermato Demaio-  non può passare una comunicazione strumentalizzata di una discussione circa un “accordo politico” ai danni della Democrazia che ad oggi non risulta da nessuna parte. L’abbandono dell’aula, da parte di alcuni consiglieri, ha generato il diffondersi di notizie distorte da parte di chi non era presente”.

(fonte: La Sicilia)

Il Post di Iacono: andrò all’antimafia

 




«Secondo il consigliere comunale del PD Claudio Caruso esisteva “ un accordo “ ( testuali parole del consigliere) per il quale se i consiglieri comunali del tempo si fossero dimessi ( mandando a casa il sindaco eletto Susino ) il consiglio comunale non sarebbe stato sciolto. È quanto ha detto il consigliere Caruso nella seduta di stasera del consiglio comunale. Spero sia stato tutto verbalizzato … comunque tutti hanno ascoltato e possono riferire. Il consigliere Caruso, forse non consapevole di avere svelato una trama eversiva, dovrà spiegare il senso della sua affermazione ( domani trasmetterò le dichiarazioni di Caruso alla Commissione Regionale Antimafia). Dovrà innanzitutto spiegare tra chi è intervenuto l’accordo e quali erano le ragioni dell’accordo. A nessuno è consentito di sottovalutare la questione…. perché del fatto che esisteva a Scicli un partito dello scioglimento per fare fuori Susino e la sua giunta è da anni che io ( e non solo ) ne parlo. Non capisce forse Claudio Caruso che con questa affermazione chiama in causa i vertici politici locali del PD del tempo e rappresentanti delle istituzioni».

Ex consiglieri e amministratori: Caruso chiarisca

Il Consiglio Comunale di giovedì sera è stato dichiarato che nel 2014 ci sarebbe stato “un accordo” per evitare lo scioglimento per mafia del Comune di Scicli se i consiglieri si fossero dimessi fino a far cadere il Consiglio. Riteniamo che queste affermazioni, di per sé gravissime, siano ancora più gravi se pronunciate da un consigliere comunale durante una seduta pubblica del massimo consesso cittadino.
«Premesso che i sottoscritti abbiamo deciso di ricorrere sino al Consiglio di Stato per fare chiarezza fino in fondo su quello scioglimento, convinti come siamo che troppe ombre – ancora oggi – si affastellano attorno a quella vicenda, adesso – alla luce di queste dichiarazioni pubbliche – riteniamo sia interesse primario della città che, il consigliere comunale Claudio Caruso, chiarisca fra chi era questo “accordo” e soprattutto che cosa prevedeva, una volta che Sindaco e Consiglio fossero stati tolti di mezzo.
La tesi di uno scioglimento voluto da chi aveva interesse (e forse li ha tutt’oggi) a sottomettere il territorio di Scicli ai signori delle discariche e delle industrie del petrolio è ormai stata fatta propria dalla Commissione Antimafia, che ha non per nulla ha voluto ascoltare la voce dell’ex Sindaco e del Comitato Salute e Ambiente, mentre come è ormai noto a tutti come una strenua difesa del territorio è venuta dalle coraggiose azioni intraprese da tutti i livelli di Legambiente.
Questi i fatti. Ad ogni modo, chiediamo che il Presidente del consiglio comunale e l’Amministrazione comunale mandino gli atti ed i verbali del consiglio di ieri sera alla Commissione regionale Antimafia che, per l’appunto, si sta occupando anche delle vicissitudini relative allo scioglimento del Comune di Scicli.
Riteniamo assolutamente doveroso che i cittadini sappiano quali trame e quali vicende si sono giocate attorno a quella vicenda che la città ha duramente pagato in termini di immagine e di ordinaria gestione delle attività amministrative sulle quali la sospensione degli organismi rappresentativi democraticamente eletti ha inciso profondamente.

Bernadetta Alfieri, Marco Causarano, Alessia Gambuzza, Pino Savarino, Gianpaolo Schillaci e Gianni Trovato»

Il Presidente del Consiglio Danilo Demaio: il lutto è stato elaborato e va superato

 




«A tutela del buon andamento dei lavori Consiliari, per fugare ogni dubbio, occorre fare una precisazione, in merito a quanto avvenuto ieri sera in Consiglio, circa la trattazione dell’ordine del giorno riguardante lo scioglimento del Consiglio Comunale avvenuto nel 2015.

L’ evento scioglimento del 2015 ha colpito tutta la città di Scicli e non vi è dubbio che abbia rappresentato un vulnus in seno alla Democrazia, intesa quale organizzazione democratica del potere, in rappresentanza del Popolo.

Ma è un “lutto” che la città ha elaborato e deve essere superato.

La prova cogente sta nel risultato elettorale avuto nel 2016, con cui la città ha scelto il proprio Sindaco e il proprio Consiglio Comunale, quest’ultimo formato, per la maggior parte da giovani qualificati, tali sia per età anagrafica, sia per esperienza politica.

Da un confronto sereno tra diverse posizioni politiche, portate avanti dai Consiglieri presenti in aula, e da interpretazioni personali, non può passare una comunicazione strumentalizzata di una discussione circa un “accordo politico” ai danni della Democrazia che ad oggi non risulta da nessuna parte.

L’abbandono dell’aula, da parte di alcuni consiglieri, ha generato il diffondersi di notizie distorte da parte di chi non era presente.

Il Consiglio Comunale, da me presieduto, nell’augurarsi di non dover rimarcare più il proprio ruolo istituzionale, come luogo di alta Democrazia e di rappresentanza dello Stato, nel rispetto del proprio mandato sta alacremente lavorando per andare avanti e portare Scicli in un futuro di legalità per le nuove generazioni».

 

Cittadini per Scicli: il sindaco non minimizzi

«C’è da rimanere basiti e con l’animo molto inquieto per l’affermazione fatta dal consigliere Claudio Caruso nel corso del dibattito di ieri sera in consiglio comunale sul tema dello scioglimento del civico consesso.

Lascia esterrefatti la pronuncia dell’espressione “accordo su una dimissione in massa dei consiglieri comunali per evitare lo scioglimento del civico consesso“. Come se quell’accordo avrebbe affrancato chissà chi dal decidere lo scioglimento che dipende da altri fattori e motivazione.

Quell’accordo appare come una scheggia di verità che potrebbe aprire scenari nuovi mai svelati, in quanto pervicacemente blindati, sulle vere cause dello scioglimento del civico consesso per infiltrazioni mafiose.

La frase è stata espressa a motivo di un intervento di un nostro consigliere in cui, con coerenza e fermezza, aveva enunciato quello che abbiamo sempre pensato, ovvero che c’è stato in città un partito e rappresentanti politici iscritti al movimento dello scioglimento, come sempre sostenuto dal Sindaco come ribadito nella stessa seduta, e chi invece fronteggiava come poteva la difesa della dignità e della onorabilità dei cittadini sciclitani.

Le affermazioni del consigliere Claudio Caruso inquietano.

Egli all’epoca rappresentava il PD in consiglio comunale che a Scicli aveva un’autorevole rappresentante del parlamento italiano che non ricordiamo, anche in un solo scritto o in un atteggiamento inequivocabile, abbia fatto da paladino alle ragioni di Scicli e degli sciclitani in quella scellerata occasione.

La parola “accordo” va spiegata e svelata perché presuppone quinte e scenari inquietanti che potrebbero fare piena luce su quanto accaduto in quei mesi e su una fase della vita politica in cui Scicli fu scippata dalle istituzioni democratiche, con un sindaco poi costretto alle dimissioni.

Chi propose quell’accordo? Chi faceva parte di quell’accordo? Per quale vera ragione fu necessario raggiungere quell’accordo? Chi era il garante di quell’accordo? Quali i sodali di quell’accordo pensato e architettato ai danni della città?

Sono domande queste che necessitano una risposta chiara e inequivocabile e facciamo appello alla sensibilità politica e ideale del Sindaco, nella qualità di primo cittadino, e quindi di garante esclusivo del presidio istituzionale della Città come suo unico rappresentante politico e legale, perché chieda conto e ragione a chi sa cosa sia accaduto in quel tragico e recente passato».