Signor Direttore,

mi permetto di fare con forza una smentita rispetto a quanto è stato da voi pubblicato questa domenica 23 settembre.

Al Calvario non c’è stato nessun furto di campana!

Forse non tutti sanno che la Chiesa del Calvario, per il Diritto Canonico, rientrando nel territorio della Parrocchia di san Giuseppe, è posta sotto la giurisdizione del Parroco di san Giuseppe, che ne è quindi il Rettore responsabile (come lo sarebbe della stessa chiesa della Croce, se questa fosse ancora adibita al culto).

In veste di Rettore del Calvario, da quando sono parroco di san Giuseppe, mi sono sempre adoperato per la sua manutenzione e il suo mantenimento per il culto. Ogni anno infatti la chiesa è aperta dal Giovedì al Sabato Santo e vi si svolgono il tradizionale pellegrinaggio dei sepolcri e gli altri riti della sepoltura del Signore.

Purtroppo però la chiesa, essendo collocata sul fianco della collina della Croce e quindi distante dal centro abitato, negli ultimi tempi è diventata il luogo e l’oggetto di atti di vandalismo.

Per due volte il portone è stato divelto e spalancato (e si vedono ancora le tracce: per cui chi afferma che il portone è intatto non lo ha visto di persona): una volta sono stati rotti tutti i vasi di vetro dei fiori e un’altra volta accesi tutti i lumini.

Sia dentro la chiesa che fuori ho trovato mozziconi di sigarette. E non solo.

Sono state divelte nel marzo scorso un pò di tempo prima della giornata del FAI  le reti alle finestre che impedivano l’ingresso delle colombe col risultato di ritrovare, dopo averla pulita tutta la chiesa sporca del guano delle colombe. E le reti sono state tolte perché (su confessione di uno dei protagonisti che vi è rimasto dentro per mezza nottata non riuscendo ad uscirne) ho saputo che una delle prove di coraggio di questo gruppo di vandali era il calarsi dentro dalla finestra nella chiesa e starvi quanto più possibile al buio.

La campana è stata sempre oggetto di bravate, specie il suonarla nella notte per spaventare la gente: dopo aver tolto il battaglio, allora lo “sport” era diventato il tiro a segno con le pietre: per farla suonare. E più grossa era la pietra più forte certo era il suono. E così la campana è stata tutta segnata e scalfita dalle pietre. E il mucchio di pietre ai piedi del campanile testimonia il numero delle “suonate”..

A ciò si aggiunge un altro divertimento. Da quando è stata fatta la strada per la Croce col muro a secco, il gioco è quello di far rotolare giù le pietre di copertura (che non sono tenute dal cemento) del muro sul tetto della chiesa e sul campanile e sul sagrato: è già qualche decina di metri di copertura che è stata fatta rotolare giù.

Questo ha scalfito anche la base del campanile, su cui ultimamente ci si divertiva ad arrampicarsi per toccarne la sommità. Nel mio ultimo periodico sopralluogo ho visto che il legno che sosteneva la campana era tutto tarlato e rovinato e correva il rischio di spezzarsi da un momento all’altro e lo stesso ferro che serviva da mozzo, dato che vi salivano coi piedi sopra, correva il rischio essendo vecchio e arrugginito di uscire dai gangheri e di far cascare la campana (di circa 30 chilogrammi) addosso a qualche giovinastro.

Per senso di responsabilità e per evitare incidenti ulteriori, allora ho deciso di intervenire intanto con la rimozione della campana che è stata affidata ai tecnici della ditta Capanni per una sua pulitura dalle scalfiture provocate dalle sassaiole.

Tutto ciò dietro autorizzazione dell’Ufficio dei Beni culturali della Curia vescovile di Noto.

Essendo poi la campana dell’anno 1786 (porta la scritta fatta con l’elemosina di Pietro Carnemolla) ed avendo la responsabilità della sua conservazione (una sua perdita a causa di una incrinatura renderebbe la campana irrecuperabile ed inservibile), e perciò non essendo consigliato di nuovo un suo collocamento nel sito di prima, perché si ripresenterebbero verosimilmente gli stessi inconvenienti  che hanno spinto a levarla, suggerivano la sua collocazione nel campanile di San Giuseppe e l’impianto nel vecchio campanile, dopo la sua messa in sicurezza, di una sua copia: tale ipotesi ha ricevuto il suo benestare dalle Autorità competenti.

Non si era data comunicazione pubblica di tale fatto perché si è ancora in attesa dei preventivi per tutto un progetto di restauro che dovrebbe interessare anche la sicurezza del campanile, il nuovo portone della chiesa e l’impianto di elettrificazione e si voleva fare il lancio dell’insieme alla prima data opportuna.

Come vede, signor Direttore, nessun mistero!

Anzi, a rassicurla, e con lei anche l’estensore dell’articolo e il suo misterioso informatore che con una telefonata al sottoscritto potevano chiarire tutto prima di montare lo scoop. (cui prodest? Ci si chiede. Non è stata questa di oggi una bella pagina di giornalismo!): nessuno al Calvario ha smontato sanitari, per il semplice fatto che essendo una chiesa dentro una grotta (dei primi del .500) non c’era nessun bagno o bidet da portare via. Ma forse chi ha dato la notizia al Calvario non c’è mai stato!

Mi perdoni il tono risentito (ma lei capirà!) che non intacca la mia amicizia e la mia stima personale per lei e per il suo servizio d’informazione.

                                                                 Distinti saluti, Sac. Ignazio La China

                                                                Rettore della Chiesa del Calvario