giusy alfieri, ciaoCelebrati ieri pomeriggio i funerali della 48enne sciclitana, Giusy Alfieri, catechista presso la Chiesa di San Salvatore, da anni molto legata alla parrocchia. Dirigeva il “Piccolo coro Sant’Annibale Bambin Gesù”: la domenica durante la messa ma anche in altre occasioni; organizzava spettacolini per far esibire i bambini, a Natale o per la festa di San Salvatore. L’ultimo concerto del piccolo coro in occasione della Festa dell’Anziano, l’11 Giugno.

Un male incurabile l’ha strappata alla famiglia e ai tanti amici.

Chiesa gremitissima, stipata fino all’impossibile di familiari, amici, semplici conoscenti che hanno voluto salutare per l’ultima volta Giusy; c’erano i suoi bambini del catechismo e il coro “Fiamma Viva d’Amore” di cui lei faceva parte.

A celebrare i funerali è stato il Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò, arrivato in ritardo a causa di un grave incidente stradale nei pressi di Modica, e i parroci Don Salvatore Giurdanella e Don Davide Lutri. Staglianò ha scritto per lei un brano, che a causa del ritardo non ha però poi fatto in tempo a “cantare”. Toccanti le parole del Vescovo nel corso della sua omelia. Inevitabili le lacrime anche per Padre Giurdanella.

Tanta la disperazione dei familiari, del marito e delle due giovani figlie. La notizia della morte di Giusy si è abbattuta in città come un fulmine. La famiglia è molto conosciuta. Tutti a interrogarsi sul perchè di una morte così prematura. Perchè Dio l’ha voluta con se così presto e a pochi giorni dal Natale!

Palloncini bianchi a forma di cuore sono volati in cielo al passaggio della bara, fuori, sul sagrato della chiesa di Jungi; poi un lungo applauso ha accompagnato il feretro sino al carro funebre.

Qui sotto riportiamo  l’intervista realizzata da Alessia Minauda e pubblicata sul nostro giornale esattamente 5 anni fa, nel Dicembre 2011, a Giusy. Il Titolo dell’articolo:  Io e mia madre

<<Il rapporto tra madre e figlia è una legame speciale già per tutti – inizia così Giusi a raccontarci la sua storia – ma il rapporto che io avevo con mia madre era un legame molto speciale; eravamo madre e figlia, amiche, confidenti…io ero sua confidente.

Quando, tredici anni prima della sua morte, le è stato diagnosticato un tumore mi sono sentita come se tutto il mondo mi cadesse addosso. Sono stata un giorno intero a letto perché già immaginavo quale sarebbe stato “il nostro percorso”. Lei è stata molto forte e, forse, è stata proprio questa sua forza di volontà che l’ha tenuta così per tanto tempo in vita a lottare contro questa malattia>>.

– Da figlia, come hai vissuto la malattia di tua madre?

<<L’ultimo periodo della malattia è stato terribile; mia madre soffriva troppo e vederla così, nel letto che soffriva e sbatteva i suoi pugni al muro, piena di rabbia e dolore, mi faceva soffrire tanto. Ricordo che pregai Dio perché l’aiutasse mettendo fine alle sue sofferenze; lei per me era troppo importante, l’amavo troppo e vederla soffrire era uno strazio! In quegli ultimo giorni di vita di mia madre, soffrivo e quasi mi sentivo “tradita” da lei perché la vedevo che chiamava e cercava tutti nella famiglia mentre per me non c’era neppure uno sguardo; lei mi ignorava…non mi guardava, si girava proprio dall’altra parte. Tempo dopo capì come lei, con il suo amore sempre grande nei miei confronti, voleva prepararmi alla sua morte, alla sua assenza>>.

– Com’era il vostro rapporto?

<<Noi due durante la giornata ci cercavamo sempre e più volte al giorno ci ritrovavamo per parlare e farci le nostre confidenze; anche mia figlia Ilary era molto legata a sua nonna…ma da quel momento saremmo state divise e lei lo capiva e ignorandomi… in questo modo cercava di farmelo capire!>>

– Cosa successe dopo la morte di tua madre?

<< Il dolore era grande; tutti in famiglia ne soffrivamo, io non riuscivo proprio a riprendermi da questo duro colpo. Mi sono sentita tanto triste e sola, nonostante mio marito e, in parte, la mia famiglia mi stessero vicini; ognuno con il suo grande dolore e con il proprio modo di cercare di “risollevarsi” da questa grande perdita>>.

– Poi cosa successe?

<<Da quel momento è successa una cosa importante nella mia vita; credo sia stato un intervento di mia madre per aiutarmi da lassù. Io, che non frequentavo tanto assiduamente la chiesa da quel momento ritrovai la mia fede! Ho proprio sentito il bisogno di “rifugiarmi” in chiesa e pregare>>.

– Oggi sei anche una catechista in chiesa…

<<Si, una mia amica mi disse che una cosa che potevo fare era quella di andare con lei a fare catechismo per i bambini. Inizialmente questa proposta mi lasciò in imbarazzo; cosa potevo insegnare io ai bambini durante il catechismo…io che fino a poco tempo prima frequentavo la chiesa certe domeniche e solo per le ricorrenze più importanti!?! E invece le cose cambiano e mi sono ritrovata a fare catechismo, a studiare a casa per preparare la nuova lezione e tutte le domeniche mattina, come catechista, sono accanto ai miei bambini a seguire la messa>>.

– Poi, per caso, hai scoperto una nuova passione nella tua vita…

<<Un pomeriggio mi sono ritrovata ad accompagnare mia figlia Gaia a lezione di canto; mi fermai a parlare con la sua maestra di canto Lina, oggi mia amica, e parlando le dissi che anche io avrei tanto voluto cantare, amavo cantare, ma ormai ero grande per prendere lezioni di canto! Lina invece mi incoraggiò e mi disse che almeno dovevo provare! Incoraggiata da mio marito Battista, iniziai le mie lezioni di canto…>>

– Cos’è il canto per te e cosa rappresenta per te la tua insegnate di canto?

<<Per me il canto è vita, è un momento magico della mia giornata perché quando sono con Lina, a fare lezioni di canto, dimentico tutti i miei problemi, i miei dolori e mi sento bene!!! Ritorno a casa sollevata!!! Poi, c’è da dire, che la mia maestra di canto Lina, è per me una persona molto importante; non solo perché mi incoraggia nel canto e con le sue parole riesce a farmi superare molte delle mie remore e timidezze ma anche perché con lei riesco ad aprire il mio cuore e molte volte mi ritrovo a parlare proprio con lei dei miei problemi e a lasciarmi consigliare; cosa che con altre persone non riesco a fare!>>

– Molti di noi ti hanno vista in pubblico cantare, vorresti dire qualcosa?

<<Come sempre dico, amo cantare; è un modo per sentirmi bene e lo faccio con piacere; sicuramente non perché voglio diventare una cantante ma perché sto bene, mi piace e sono incoraggiata nel farlo, oltre che da Lina, soprattutto dalla persona che amandomi è sempre stata al mio fianco, mio marito! Cantando da persona adulta in pubblico, vorrei che tanti altri, anche adulti, come me si lasciassero coinvolgere a fare questo perché sono sicura che, anche loro, troverebbero gli stessi giovamenti a livello emotivo-psicologico che ho avuto io!>>

-Fede e canto diventano, nella tua vita, un connubio perfetto…

<<Canto nel coro della chiesa che frequento e per la quale faccio catechismo e, con altre persone, guidati dalla voce solista di Lina, faccio parte del coro “Fiamma viva d’amore”, un coro religioso. Ci ritroviamo durante la settimana e facciamo le prove la sera tardi e poi ci spostiamo per le diverse chiese o paesi in base alle diverse ricorrenze religiose, cantando canzoni a tema religioso. E’ un progetto che mi impegna e che mi dà forti emozioni!>>

– In tutti questi tuoi passi tu vedi “l’intervento” di tua madre?

<<La fede ritrovata, il mio impegno come catechista, con i bambini della chiesa, e come componente del coro “Fiamma viva d’amore”, oltre che il continuo impegno con la mia famiglia, con le mie figlie Ilary e Gaia, sono dei percorsi nuovi che non avrei mai immaginato; sono convintissima che in tutto questo ci sia l’intervento di mia madre! Sono molto soddisfatta di questo mio modo di reagire alla perdita di mia madre, anche se, a distanza di cinque anni, la mancanza di mia madre la sento sempre molto forte! Ci sono dei momenti nei quali non si può non piangere per questo…poi…una telefonata, un qualcosa da fare, una parola con le mie figlie…la vita di tutti i giorni, insomma, e si capisce che…bisogna andare avanti!>>.