L’artista sciclitano Salvatore Denaro ha donato alla Chiesa del San Salvatore  un’opera d’arte raffigurante l’ultima cena.

“Don Salvatore Giordanella, parroco della chiesa del SS. Salvatore di Scicli, insediatosi da alcuni mesi nella summenzionata parrocchia, ricco della Parola di Dio- dice il maestro Denaro-  ha innescato nei parrocchiani un interesse profondo in merito ad iniziative nel nome del Signore. Le varie passeggiate in città e l’incontro con i giovani hanno suscitato in lui interesse particolare. Sarà stata la visita nella cappella dell’Opera Pia Carpintieri, della mia opera “Pastorale del Papa” che foggiai per devozione del Sig. Giovanni Carpinteri e ubicata nell’abside della cappella a far scaturire in lui la volontà di poter realizzare un’opera religiosa che integri e non invada eccessivamente la cappella del Santissimo nella chiesa di Iungi, di già fatta erigere per devozione dalla professoressa Militello Laura su progetto dell’architetto Marino Guglielmo.

Cosicchè, tramite mio figlio Luigi, già catechista nella parrocchia Iungi, mi convoca per poter dare un’idea originale alle due quinte laterali incorniciate ma prive di elementi religiosi. Ho preparato- continua l’artista-  insieme a Luigi un progetto che riguarda il soggetto dell’ultima cena nel lato sinistro, con scritte incise in terracotta dettate da Gesù agli apostoli e la figura più importante con vista della parte centrale del corpo, ossia senza la vista del capo né quella terminale dei piedi. Vengono così evidenziati il pane spezzato e un calice di vino su un tavolo di legno con le sue mani protese ad indicare i due elementi principali “ Prendete e mangiate, questo è il mio corpo e Bevetene tutti questo è il mio sangue”. Mentre nel lato destro viene raffigurato il Cristo con vista di profilo, l’occhio socchiuso, con corona di spine sul capo e il braccio destro proteso in fuori debordando dalla cornice della quinta laterale con la mano e il dito ad indicare che lì, proprio lì in quell’urna il tabernacolo c’è Lui stesso e ammonendoci con le parole proclamate e incise sulla terracotta “ Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui”. Il progetto è stato condiviso e approvato in linea di massima, incaricandomi di condurlo a termine il 02- 03- 2013 giorno di consacrazione della cappella in parola. Il tempo è poco, ma con la volontà che Dio mi dona in questi casi, potrò portare a termine l’opera già descritta. Sì, lo so, è proprio vero Dio accompagna le mie mani che fa foggiare cose che io stesso mi stupisco. Il tutto viene installato con dignitosa raffigurazione, tenendo conto del luogo, aggiungendo un momento religioso pertinente alla cappella del Santissimo”.

 La data del 02- 03- 2013 è stata individuata per consacrare la chiesa del SS. Salvatore del villaggio Iungi. Per ricevere questa benedizione c’è un rito da rispettare, applicare nelle pareti in modo definitivo delle croci che il sacerdote stesso ne ha individuato nel numero di dodici come anche la loro collocazione in chiesa. Sono state da me foggiate in terracotta patinata tutte di forma diversa in stile moderno e contemporaneo della chiesa SS. Salvatore.

La Recensione del Regista Renato Fidone

“L’ Ultima Cena, la prima pala sulla sinistra della cappella, volutamente  semplice, dove è custodita l’opera , riassume lo  stile del maestro Denaro, la semplicità e l’effetto immediato che dà il  colore della materia , il pane spezzato, il calice e le mani, quelle  mani che rappresentano ormai la firma del nostro Autore, quelle mani  tese, sicure, che donano serenità all’osservatore attento e devoto e  sulla pala di destra, il martirio, la straziante figura di Gesù,  quasi smembrato dal resto del corpo, una visione dura, che dà
la giusta cognizione della violenza subita dal Cristo,  agonizzante, esanime, allo stremo delle forze, con l’esile braccio, fuori dal riquadro e di sicuro effetto, sanguinante e con la mano,  ancora quella mano, tesa a indicare, forse, la via giusta da seguire  per la salvezza e la vita eterna. Questo in sintesi l’ultimo lavoro di  Salvatore Denaro che sempre più si avvicina ai motivi religiosi, con  originalità e senza preamboli perchè lui stesso credente e che sarà ,  per l’impatto immediato, di sicura presa emotiva”.

                                                                                                                                                                                                                                                                                 Renato Fidone