La nostra città sta vivendo un momento storico forse senza precedenti dal dopoguerra ad oggi.

La congiuntura finanziaria negativa ed il riordino della finanza pubblica, stanno imponendo una riorganizzazione degli enti locali, del loro funzionamento, dei meccanismi interni. E, in questa fase, si sta giocando anche una partita di grande importanza per la definizione di un nuovo modello di sviluppo economico della nostra comunità.

Il Consiglio Comunale, con la decisione di attivare la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale senza accedere al Fondo di Rotazione, ha compiuto una scelta coraggiosa e lungimirante, evitando così l’aumento delle tasse locali al massimo, l’alienazione dei beni patrimoniali disponibili non indispensabili per i fini istituzionali, la rideterminazione della dotazione organica e il mancato riconoscimento di alcuni istituti contrattuali consolidati e legittimamente attribuiti ai dipendenti comunali.

Ci si deve, prioritariamente, rendere conto che le nuove politiche di risanamento e di sviluppo, rimango un convinto sostenitore della contestualità dei due momenti, impone un cambio radicale nell’approccio culturale alle questioni che ci troviamo davanti e che dobbiamo affrontare, come una sfida alle nostre capacità, nella qualità di amministratori della Città.

Adesso, infatti, occorrerà il massimo rigore (tagli e riorganizzazione di spese e servizi) e pianificare un nuovo modello di sviluppo socio-economico, possibilmente senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini, procedendo ad un vero e sostanziale risanamento del bilancio comunale.

Necessario recuperare i crediti pregressi (residui attivi, soluzione primarie per alimentare la cassa), riuscire a combattere l’evasione e l’elusione fiscale, avviando un processo virtuoso di accertamento e di recupero, condizione necessaria per la nuova fase di crescita e di investimenti a Scicli.

Uno scossone doloroso ma necessario, ponderato e responsabile, che si auspica di realizzare senza aumentare le tasse e che potrebbe portare, nel futuro, ad un graduale abbattimento della pressione fiscale nella nostra città: “Pagare tutti per pagare di meno”.

Scicli ha dunque un’incredibile opportunità storica: costruire un modello di sviluppo locale, di rilancio degli investimenti e del tessuto produttivo.

Se lavoreremo bene rispettando il programma di risanamento che ci imporremo, potremo attrarre fondi per investimenti nel nostro territorio.

Dunque, dopo questo necessario preambolo, vengo al mio invito.

Un invito che rivolgo a tutte le persone per bene, dotate di professionalità e di competenze, che hanno voglia di spendersi per il bene comune. La politica, oggi più che mai, non ha la pretesa di essere autosufficiente e di avere tutte le risposte risolutive ai problemi della collettività.

Non è più tempo di rimanere alla finestra, la fine dell’epoca delle partigianerie è ormai nelle cose, è tempo di rimboccarci tutti le maniche e di dare un contributo per costruire insieme questo nuovo modello di città, che supera la crisi per aprire agli investimenti e al rilancio.

Se tutti daremo una mano, Scicli risorgerà, rilanciando un’immagine positiva di città che lavora e guarda al futuro.

Mi rivolgo ai giovani, ai meno giovani, agli intellettuali, ai tecnici, agli imprenditori e a tutti coloro che hanno qualcosa da offrire alla propria città. E’ oggi il momento per puntare sul primato del senso civico e poter dire cosa noi dobbiamo fare per la nostra Città e non cosa essa dovrà fare per noi.

Partecipiamo nel modo che si ritiene più opportuno, attraverso associazioni, comitati, sodalizi culturali, partiti. L’importante che arrivi la voce di tutti, affinché vengano fuori progetti e idee.

L’amministrazione, abbia la capacità e la sensibilità di porsi alla gestione di questo laboratorio di idee e progetti utili per la città. Sintetizzando questo sforzo collettivo di ricostruzione, in maniera politicamente laica e mettendo da parte etichette ed imprimatur politici.

Mettiamoci la faccia e la nostra storia, tutti insieme, abbandonando la vecchia politica fatta di risse e di interessi di bottega.

Lavoriamo per una Politica costruita sulle idee buone e utili, abbandonando il campanilismo agli archivi della storia. Solamente così, tutti insieme, politici e società civile, avremo di che scommettere perché gioiosamente abbiamo tutto da guadagnare e niente da perdere.


Giorgio Vindigni,

Consigliere Comunale UDC