Qualche tempo fa Umberto Eco scriveva, su una delle sue “bustine di Minerva”, di non sopportare l’atteggiamento di quei ciceroni che chiedono conferma sulla presunta bellezza del luogo che stanno facendo visitare. Se è un posto è bello, l’osservatore di turno se ne accorgerà senza alcun invito a farlo. Un incitamento in tal senso, non farebbe altro che palesare una certa insicurezza.

Non c’è bisogno di tormentare il turista con dei “Bella Scicli, eh?!?”, se gli piace esprimerà il concetto da sé. E in fondo, non dovrebbe neanche interessarci più di tanto, se fossimo davvero consapevoli di vivere in un bel posto. Ma è Scicli veramente un bel posto? I dubbi, evidentemente, cominciano ad assalire l’Amministrazione Comunale. C’è bisogno di sentirsi dire che si è belli e bravi! Così, con la collaborazione delle associazioni culturali sciclitane, si è deciso di lanciare un’iniziativa dal titolo “Scicli teatro di scrittura”. In pratica, tre – per ora ignoti – scrittori di luminosissima fama, saranno ospitati in Scicli per …boh, non mi ricordo per quanto tempo. Ad ogni modo, questi scrittori famosissimi, alla fine del loro soggiorno, dovranno scrivere dei racconti/romanzi (non ricordo bene neanche questosc), che verranno poi pubblicati dal Comune di Scicli. La spesa complessiva si aggirerà intorno ai ventiduemila euro. Acciderbolina, dirà qualcuno, ma non eravamo in pre-dissesto? Sì, sì, va bene, ho capito che non sono soldi del Comune di Scicli e dietro Palazzo d’Orleans c’è una piantagione di biglietti da 500 euro e alberi di monete assortiti, tuttavia si sarebbero potuti utilizzare diversamente, no?

Fondamentalmente è questo il motivo per cui non voterò Monti. Tagli, tasse e razionalizzazione delle spese, ma solo a chiacchiere! Non ha mai tentato di mettere un dito sulle “spese pazze” che si fanno a livello locale. Ne abbiamo viste di tutti i colori in questi anni: dalle feste tradizionali locali svolte in altri periodi, in un piano di destagionalizzazione delle festività (e attendo ancora Ferragosto in Febbraio!), siamo arrivati alla spassosa idea di pagare qualcuno perchè scriva di noi. Altro che “tour goethiani”, come ha detto qualcuno, qui il Grand Tour non c’entra niente. Quei viaggiatori passavano di qua di loro spontanea volontà, e solo se gliene veniva voglia ne scrivevano. Se dobbiamo proprio fare dei paragoni storico-letterari, l’unica è ripescare l’intento auto-celebrativo di taluni imperatori dell’Antica Roma.

Se si pensa di voler incentivare il turismo in tal maniera, si è fuori strada. A meno che l’amministrazione non abbia contattato Ken Follett, Fabio Volo, Moccia, Antonella Clerici e Anna Moroni o Cicciolina, è assolutamente folle il credere che esista una certezza di ritorno economico o di fama, in seguito alla pubblicazione di un qualunque scritto.  Non legge più nessuno, amici cari. Non ci vedete? Siamo tutti scrittori!

Io non immagino chi saranno questi famosi scrittori di fama internazionale. E probabilmente scriveranno qualcosa che risulterà senz’altro degna di interesse. Ma resta il fatto che non ve n’era bisogno alcuno, e per motivi economici e per motivi di sanità mentale. È assolutamente insensato, amici miei, pagare qualcuno perché ci dica che siamo belli, buoni o bravi! C’erano altre priorità.

Gaetano Celestre