Da La Sicilia del 14 agosto
di Carmelo Riccotti La Rocca
Due cani avvelenati nella stessa via, uno è morto, l’altro si è salvato, e più di un sospetto che lì quel veleno sia stato messo appositamente. È accaduto sabato scorso nella borgata di Donnalucata, in Via Curtatone. Una donna ha fatto uscire il suo Chiwawa per una sgambata, poco dopo trova il cane disteso per terra in fin di vita.
A pochi metri di distanza il cane di un’altra famiglia accusa lo stesso tipo di malore, non si è ancora ripreso del tutto, ma si è salvato forse perché di stazza più grande. Sul posto sono intervenuti gli uomini della Polizia locale che hanno trovato, concentrati solo nei pressi delle due abitazioni, diversi bocconi avvelenati. Erano bocconi di pancetta di color verde, forse immersi in dei pesticidi. Tanta nella via la rabbia per la morte di Teddy, un cane a cui i proprietari erano molto affezionati, ma anche per il folle gesto che lascia attoniti e senza parole. Quale persona può commettere un gesto così vile? A quale scopo? Il pensiero è poi rivolto ai tanti bambini che popolano la Via.




“E se uno dei nostri figli – ha commentato una vicina- avesse preso il boccone mettendoselo in bocca?” Che sia stato un gesto intenzionale vi sono pochissimi dubbi e il fatto che il veleno sia stato posizionato dei dintorni di due famiglie con dei cani ne è la dimostrazione.
Sull’episodio abbiamo sentito la consigliera comunale di Scicli Bene Comune Resi Iurato, da sempre molto sensibile ai temi che riguardano la tutela degli animali. “Si tratta- ha commentato- di una inutile crudeltá che colpisce I più deboli, un’inciviltà diffusa che considera anche i cani o i gatti, esseri senzienti e capaci di provare emozioni, alla stregua di un qualunque rifiuto da abbandonare o avvelenare. Mi auguro che la Polizia Municipale abbia messo in atto tutte le azioni che prevede il regolamento di tutela animali, votato all’unanimità in Consiglio Comunale. Quindi messa in sicurezza della zona in cui sono stati trovati I bocconi avvelenati, cartelli che indicano il pericolo che potrebbe ancora incombere e indagini per risalire al colpevole”.