Conoscendo sempre più diverse tra le realtà professionali, aziendali, produttive e creative che costellano la nostra città, si hanno tutti gli strumenti per dipingere il quadro che rappresenta la nostra città. In poche parole, al netto di alcuni panegirici che si leggono in giro, a dare il pane agli sciclitani, sono la raccolta dei “tinniruma”, l’apertura di una pescheria, la vendita di materiale per l’edilizia, il buon andamento dei servizi legati alla ristorazione e al turismo. Mentre tutto il mondo (capitanato dalla piccola Greta) si aspetta risposte su come preservare il nostro ambiente e l’Italia intera (capitanata da una nevrotica rassegnazione) si chiede se il sistema burocratico e delle infrastrutture potrà mai cambiare di governo in governo, a Scicli tocca invece portare avanti quelle opere lasciate indietro negli anni. E queste a volte sono ferme, altre soltanto incagliate, ma hanno la necessità di essere sbloccate per fare in modo che la città tutta possa incrementare il proprio valore assoluto.

Pur vivendo in un periodo storico (sotto l’egida di un esercito di influencer) fatto di globalizzazione e comunicazione immediata, non possiamo dimenticare che la nostra fortuna (sciclitana e iblea) è quella di vivere in un’ “isola nell’isola”: abbiamo caratteristiche uniche, ma non per questo ci si può sentire autorizzati a restare fermi con le mani in mano. Viviamo in un contesto che deve aumentare la propria forza attraverso scelte politiche coraggiose e lungimiranti, che deve attrarre senza svendersi, che deve essere preservato senza che nulla debba essere abbandonato. Ed ecco che la famosa raccolta dei tinniruma, l’apertura di una pescheria, la vendita di materiale per l’edilizia, il buon andamento dei servizi legati alla ristorazione e al turismo diventano più facili solo in un contesto in cui si conduca il settore agroalimentare a consorziarsi, ci si obblighi a realizzare le opere pubbliche già progettate e si favoriscano gli investimenti dei privati.




Al momento, invece, la boria di alcuni protagonisti della vita cittadina si stringe la mano con la gratuita offensività di alcuni commentatori: quale cittadino può trarre giovamento da questa situazione? Nemmeno uno: le polemiche che si sono registrate negli ultimi mesi tra le varie anime politiche fanno da contraltare ad un grande buco nero che la comunità sciclitana ha iniziato a costruire da quando ha avuto l’impressione che rianimare una macchina vintage con ventottomila cavalli (anche se conosciuta in tutto il mondo) sia diventata una missione sempre più complicata.

Christian Catera