christian cateraIn una fase storico-politica così caotica, di totale disaffezione alle istituzioni e ai partiti, ci sono dei giovani che decidono  di mettersi in gioco assumendo ruoli da protagonisti in politica. In Italia il ricambio generazionale è stato sempre una bella frase manifesto da utilizzare nelle campagne elettorali, ma nulla di più. Oggi qualcosa sta cambiando, ma la strada è ancora lunga. Un ragazzo che a livello locale e non, si sta facendo spazio in politica è Christian Catera, 21 anni, già da anni nel direttivo locale del PD. Con lui abbiamo fatto due chiacchiere:

Da quanti anni fai politica attiva a perché hai iniziato?

« Da sempre sono appassionato ai fatti e ai problemi nostra fantastica Città, Scicli, perché ho sempre pensato che fossero troppo poche le opportunità di farcela nella nostra terra: poco lavoro, troppa calma, bellezza rovinata da un mal di vivere di intere generazioni.  Uscito dal liceo, non avrei mai creduto di fare politica attivamente, ma ho capito che solo seguendo le cose da vicino si puo’ avere una chance –anche piccola- di cambiarle. Poi, in famiglia ho avuto un grande esempio di chi ha servito le istituzioni a tempo determinato con serietà e conoscenza. E questo ha contato molto per me. Poi è arrivata l’associazione Big Bang che sosteneva un famoso sindaco di Firenze  e da li’ tutto è partito».

 Perchè proprio il PD?

 «Io vedo la politica come un gruppo di cittadini che porta avanti la democrazia dell’antica Grecia di Pericle, che voleva che un ragazzo, un vecchio, una persona qualunque dotate di una buona idea potessero farsi avanti nella vita politica senza pregiudizi su di esso. Anche se poi bisogna essere bravi a decidere e fare i conti con la realtà dei fatti, altrimenti non si conclude nulla e si resta nel campo della letteratura o della politica da bar. Diciamo che il PD, ogni tanto, mi assomiglia a questa romantica idea. E poi, in Lombardia –durante i miei studi- quando ho fatto il rappresentante di lista per il Pd alle scorse europee, vuoi mettere la soddisfazione di battere la Lega?»

 Siamo in un momento di assoluta disaffezione della gente alla politica, sei sicuro di voler continuare questo percorso?

 «Si: anzi, chiedo il sostegno di chi ha voglia di cambiare la vita politica sciclitana. Se si molla adesso, quando si è giovani e forti, si lascia campo libero ai soliti noti della politica sciclitana, di chi ha amministrato, fatto il consigliere, il candidato sindaco, il leader di partito senza specificare mai cosa di buono abbia fatto in questi anni».

Da giovane come vivi il ruolo di “politico”, ci sono nazioni importanti che hanno avuto presidenti trentenni, qui, soprattutto nella realtà locale, a trent’anni si fa ancora parte dei movimenti giovanili, qual è il tuo pensiero?

 «Non c’è alcun motivo per cui Scicli non debba scegliere una nuova rotta. Scicli è anche nostra, di una generazione allibita da una politica che –oltre a litigare per le poltrone e a scrivere complicatissimi comunicati- sta tralasciando quei temi che toccano almeno una famiglia sciclitana su due: garanzia giovani, la legge sui centri storici, le borgate abbandonate, i  bonus da  dare all’economia tradizionale e come alimentare ancora quella dei servizi turistici. Smentendo parzialmente la mia precedente risposta, lascerei la politica sciclitana se non si facesse avanti la nuova generazione per guidare la Città. Ma credo e spero che questo non accadrà».

Nel PD, come per la realtà nazionale anche nella sede locale ci sono correnti e spaccature, secondo te prima delle elezioni riuscirete a trovare la sintesi?

«La sintesi si trova discutendo su dieci punti concreti per lasciare Scicli meglio di come si trova adesso: se qualcuno ha la testa dura, vada avanti con i soliti discorsi che sentiamo da anni. Dagli impianti sportivi, alle opere in stato di abbandono, dalla valorizzazione degli eventi agli sgravi fiscali per le aziende agricole contrastando l’IMU , dalle tasse che si pagano da casa a rate alla creazione di un Comune trasparente come un palazzo di vetro, che dialoghi con la comunità specie su fondi europei e burocrazia. Certo, poi chi si candiderà alle primarie dovrà dire come affrontare questi argomenti e sfiderà gli avversari battendosi punto su punto».

 Passiamo alla fase amministrativa, come giudichi l’operato dei commissari?

 «Credo che i commissari affronteranno questo compito come dei buoni servitori dello Stato. Spero che riusciranno ad aumentare il dialogo con la comunità (soprattutto per chi ha problemi urgenti da risolvere, come i commercianti e gli operatori turistici) e spero tanto che abbiano considerato come una tantum misure penalizzanti come l’aumento della tassa di soggiorno in piena stagione estiva. Ne approfitto per fare un appello perché vengano presi in carico i tremendi problemi di quei disabili sciclitani che non riescono ad avere una rampa di accesso nella propria abitazione per motivi burocratici. Non resta che augurare buon lavoro».

Come immagini il futuro di Scicli e il tuo futuro in politica?

 «Il futuro di Scicli sarà bello se la politica riuscirà a farsi voler bene dalla propria comunità. Serve gente coraggiosa e servirà battere chi occupa poltrone e incarichi senza ricordarsi che migliaia di famiglie lavorano duro ogni santo giorno per dare qualcosa ai propri figli, che sia un lavoro, una laurea o un piccolo tetto sotto il quale costruire famiglia. Il mio futuro è molto meno importante rispetto a tutto questo, ma sono certo che non mi troverete tra trent’anni a litigare in qualche circolo sciclitano per un posto o una candidatura. Se facessi qualcosa da giovane, mi piacerebbe raccontarlo alle prossime generazioni, lasciando la cosa pubblica a chi sarà piu’ pieno di energia e dedicandomi a tempo pieno alle passioni che ogni tanto mi tocca tralasciare».