La Polizia a seguito dello sbarco di ieri ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di: Kamoun  Bilal, tunisino, 27 anni, Gharsallah Mohammad, tunisino, 29 anni, e Ben Slimane Aymen, tunisino di 23 anni.

Sono accusati di essere gli scafisti.




I migranti sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.

Qui di seguito il racconto dettagliato della Polizia di Stato dello sbarco.




Alle ore 07.51 del 07.12.2017, RCC (Rescue Coordinator Center) Malta, a seguito di segnalazione dell’areo da ricognizione dell’assetto Frontex “Osprey 01”, avvistava una barca in legno carica di migranti. Alle successive ore 08.06 MRCC Malta dichiara evento SAR e richiedeva di intervenire alla nave norvegese dell’assetto Frontex che si dirigeva verso le coordinate segnalate. Alle ore 10.49 intercettava il natante che era già sotto controllo da parte di due motovedette della Guardia Costiera. Alle ore 12.15 iniziavano le operazioni di trasbordo dei migranti dalle motovedette alla Olympic Commander. Dette operazioni terminavano alle ore 13.42 con il trasbordo di 78 migranti.  Come da disposizioni ricevute, l’unità navale procedeva verso il porto di Pozzallo ove giungeva intorno alle ore 12,00 del 9.12.2017.

LE INDAGINI

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota della Guardia di Finanza di Pozzallo ed una dei Carabinieri hanno sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria 3 scafisti.

I migranti sono partiti dalla Tunisia ed hanno pagato circa 2.000 euro cadauno per raggiungere l’Italia.

Dalle indagini è emerso che i tre membri dell’equipaggio fossero in accordo con gli organizzatori tunisini tanto da non averli visti nelle cosiddette “connection house”, ma solo quando saliti a bordo della barca in legno.

Grazie alle testimonianze è emerso che una volta giunti in acque internazionali i membri dell’equipaggio hanno richiesto l’aiuto via telefono satellitare ed atteso i soccorritori.

Al termine delle indagini, gli scafisti sottoposti a fermo sono stati associati presso la casa circondariale di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea competente territorialmente.

A differenza dei viaggi con partenza dalla Libia, dove i natanti vengono affidati a scafisti pronti ad assumersi la responsabilità pur di non pagare il viaggio, quando si salpa dalla Tunisia, considerato che il viaggio è più impegnativo, esiste sempre un equipaggio, difatti sono stati ben tre i responsabili.

Uno di loro era già stato in Italia ed espulso, ma nonostante questo ha reiterato la sua condotta tornando in Italia da scafista. Per questi motivi è stato fermato per aver favorito l’immigrazione clandestina ed arrestato per aver fatto ingresso in Italia senza alcuna autorizzazione e prima dei 5 anni previsti per legge.

La Squadra Mobile di Ragusa ha accertato che 6 tunisini erano già stati in Italia ed espulsi o respinti al momento del tentativo di permanere sul nostro territorio. Due dei 7 tunisini sono stati arrestati in quanto hanno tentato di fare ingresso in Italia non prima dei 5 anni, periodo minimo previsto per chi è stato espulso. Dopo le formalità di rito la Procura della Repubblica ha disposto la liberazione e di poter procedere nuovamente all’espulsione. Questo tipo di attività possono essere portate a termine solo grazie al lavoro della Polizia Scientifica mediante la comparazione delle impronte digitali che vengono prelevate a tutti i migranti sbarcati.

Un altro tunisino è stato condotto in carcere in quanto era stato condannato alla pena della reclusione ma come alternativa alla detenzione in un istituto di pena era stato espulso. L’uomo ha fatto rientro in violazione di quanto prescritto dal giudice che lo aveva condannato per furto e ricettazione, adesso dovrà scontare l’intera pena in carcere e poi sarà nuovamente espulso in modo coatto.

LA CATTURA

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.

Era già stato espulso ed ha fatto rientro in Italia clandestinamente, per questo, quando espierà la pena, sarà nuovamente espulso dal territorio nazionale.

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

Nel 2017 sono 103 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.