alzheimer“Per ricordarsi di chi dimentica” per la prima volta in provincia di Ragusa il Centro diurno Alzheimer ha organizzato una camminata per domenica 21 settembre a Ragusa in occasione della XXI giornata mondiale. La partenza è prevista alle 10 al caffè Italia in Piazza San Giovanni dove saranno registrati i partecipanti. Con una quota d‘iscrizione di 5 euro saranno consegnati una maglietta ed un kit con frutta, acqua e succo di frutta. Il corteo si muoverà verso via Roma, Piazza Libertà e Ponte Vecchio e il rientro è previsto per le 11.45 al caffè Italia dove verrà offerto un aperitivo. Sono  previste  le presenze al corteo del sindaco Federico Piccitto e il direttore generale dell’Asp 7 Maurizio  Aricò. Sono tutte donne le promotrici: Annalisa Baglieri, Cristina Criscione, Tiziana Lo Monaci, Antonella Rollo e Valentina Vaccaro, sotto l’egida del prof Antonio Virzì, direttore dell”U. O. C. Psichiatria. Sponsor privati hanno aderito all’iniziativa per dare sostegno alla lotta all’alzheimer.

In occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer la Società Italiana di Neurologia (SIN) sottolinea l’importanza dei risultati conseguiti dalla ricerca scientifica nello sviluppo di nuove terapie e nella diagnosi precoce.
La malattia di Alzheimer si caratterizza per il processo degenerativo che colpisce in modo progressivo le cellule cerebrali. A dover mettere in allarme sono in genere manifestazioni quali deficit di memoria, disturbi del linguaggio, perdita di orientamento spaziale e temporale, oltre a frequenti cambiamenti di umore. A esserne maggiormente colpiti sono i soggetti di età superiore ai 65 anni, in particolare le donne. Tuttavia, oggi appare ampiamente dimostrato come la patologia possa esordire anche in età presenile.
Effettuare la diagnosi precoce della malattia risulta fondamentale per alcune strategie terapeutiche, attualmente in fase avanzata di sperimentazione, che solo se attuate in fase precoce potrebbero modificare il decorso della malattia.

3.000 casi sono stati registrati nel  territorio ibleo – come ha fatto sapere Antonella Rollo, una delle promotrici dell’iniziativa – . “C’è un’escalation perché è aumentata l’aspettativa di vita e l’età media.  Non c’è una cura farmacologica; i centri diurni hanno lo scopo proprio di migliorare la qualità di vita di queste persone con una presa in carico volta a mantenere le capacità residue”, ha concluso la Rollo.