Racket e usura: cosa è cambiato e cosa c’è ancora da fare. Di questo si è parlato nell’incontro che si è tenuto nella giornata di venerdì scorso a Ragusa nella sede provinciale dell’Ordine dei Commercialisti con i lavori aperti dal presidente Maurizio Attinelli che ha voluto sottolineare in primis l’attenzione mostrata sul tema dal Prefetto Giuseppe Ranieri, dal Questore Giusy Agnello, dal Procuratore Capo Fabio D’Anna e dal Colonnello Luigi Di Gregorio.

«Nella mission dell’Ordine  – ha affermato Attinelli – ho messo come primo obiettivo la legalità. Abbiamo trattato un tema per me, e per il Consiglio, molto importante, in quanto non è possibile parlare di Fisco senza parlare e, soprattutto, senza avere legalità».

Nell’intervento introduttivo il presidente Attinelli ha illustrato il rating di legalità che permette alle aziende di avere numerosi vantaggi competitivi: più opportunità di business; maggiore trasparenza e visibilità sul mercato; migliore immagine sul territorio di appartenenza. Oltre ai vantaggi competitivi, esistono anche benefici di natura economica. Va ad esempio ricordato che, per quanto attiene ad esempio agli Istituti di Credito, questi sono chiamati a tenere in particolare considerazione il richiedente cui è stato concesso il Rating di Legalità in sede di valutazione di bancabilità. È previsto che, se l’Istituto bancario decide di non accordare il finanziamento, dovrà inviare una comunicazione dettagliata alla Banca d’Italia, descrivendo con particolare attenzione le ragioni di tale decisione.

«Sappiamo bene- ha affermato ancora Maurizio Attinelli- che le denunce per usura in Provincia sono risibili, non perché il problema non esiste ma perché è un reato specioso molto difficile da estirpare. Per cui il ruolo e l’importanza di questi eventi che possano sensibilizzare tutti gli Iscritti ad assistere le imprese e a incoraggiare la denuncia. Purtroppo il sommerso spesso prevale. Ragusa è tra quelle province dove, essendo difficile ottenere credito, c’è maggior rischio di addentrarsi in contesti illegali per avere un finanziamento.  Penso al Fondo prevenzione usura di 1.200.000 euro che si potrebbe erogare a favore delle aziende soggette a usura ma che non si riesce a erogare in quanto ci sono parecchi lacci e lacciuoli ovvero dimostrare che una banca abbia negato il prestito e che ricorrano determinate condizioni». Nel corso dell’incontro – moderato dal giornalista Giuseppe Bascietto, autore di diversi libri sul fenomeno mafioso-, si sono registrate le relazioni del sostituto Procuratore Ferdinando Vadalà (Come difendersi dall’usura), dal prefetto vicario Ferdinando Trombadore (che ha parlato delle finalità della Legge 10/96 e dei presupposti per l’accesso al credito) e del presidente siciliano dell’Associazione Antiracket della Sicilia cav. Renzo Caponetti che ha trattato il tema delle Associazioni come momento di tutela delle imprese. Insomma, a trent’anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio bisogna più che mai tenere alta l’attenzione su questi temi al fine di mettere in campo tutti gli strumenti a disposizione per aiutare le imprese ed evitare che finiscano nella rete dell’illegalità.

Nella foto sotto: Il procuratore capo della repubblica di Ragusa Fabio D’Anna, il prefetto di Ragusa Guseppe Ranieri, il pres. Commercialisti di Ragusa Maurizio Attinelli, il Questore di Ragusa Giusy Agnello e il comandante della Guardia Finanza di Ragusa ten.Col. Luigi Di Gregorio.