di Carmelo Riccotti La Rocca

L’Asp 7 di Ragusa risponde alle osservazioni di alcuni giorni fa della Cgil sui tempi di attesa per le prenotazioni al Cup e lo fa con una nota che tende a chiarire l’organizzazione del servizio a partire dalle normative vigenti. “L’abbattimento dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie- spiegano dall’Asp retta dal direttore generale Angelo Aliquò- è uno degli obiettivi prioritari del Servizio Sanitario nazionale e l’erogazione entro i tempi appropriati, rispetto alla patologia e alle necessità di cura, rappresenta una componente dei LEA. Alla Regione, così come previsto per legge, spetta la definizione dei criteri per la determinazione, da parte dell’Aziende Sanitarie, dei tempi di attesa e la verifica del rispetto della tempestività dell’erogazione delle prestazioni assicurando all’assistito la effettiva possibilità di vedersi garantita l’erogazione delle prestazioni nell’ambito delle strutture pubbliche.




L‘Asp di Ragusa, così come previsto dalle suddette informazioni, come tutte le Aziende Sanitarie Regionali, ha attuato una politica rivolta a concretizzare la determinazione e dei tempi massimi di attesa per tutte le prestazioni e la comunicazione di esse al pubblico. In linea con il piano regionale delle lise di attesa, ha implementato il modello RAO (Raggruppamenti di Attesa Omogeni) per le prestazioni specialistiche ambulatoriali. Un modello che prevede il coinvolgimento partecipativo di medici prescrittori e soggetti erogatori; indica i criteri clinici per l’accesso appropriato e prioritario alle prestazioni”. L’Asp ha approvato un Piano triennale per il fabbisogno di prestazioni ambulatoriali tenendo conto delle caratteristiche epidemiologiche e dei bisogni della popolazione della provincia iblea. Ha previsto l’apertura delle strutture ambulatoriali anche fuori dal normale orario di servizio e, spesso, ha provveduto ad acquistare prestazioni aggiuntive non avendo un numero sufficiente di professionisti per poter erogare con regolarità le prestazioni necessarie alla persona assistita comprese quelle di controllo che direttamente programmate dalla struttura consentono una migliore gestione delle Agende e una reale verifica delle necessità contingenti. Il tutto si concretizza con protocolli che garantiscono che la struttura che prende in “carico il paziente”, a completamento del percorso diagnostico terapeutico assistenziale, ha anche la responsabilità di provvedere alla prenotazione delle prestazioni di controllo”.

L’Asp tuttavia non nega che nel primo semestre 2019, pur rispettando i tempi per le urgenze, si siano registrati dei ritardi per quanto riguarda le prestazioni da fornire in tempi brevi e quelli differebili da effettuare entro 30/60 giorni, ritardi determinati dalla carenza di personale e criticità riconducibili a una non appropriata organizzazione nella gestione delle agende di prenotazione delle strutture dell’Asp e di quelle strutture private convenzionate.

“L’Asp- si legge ancora nella nota dell’azienda sanitaria- per garantire una fattiva applicazione del Piano aziendale delle liste di attese, ha istituito, così come previsto dal Piano regionale delle liste di attesa, un coordinamento provinciale per il governo delle liste di attesa con lo scopo, ben preciso, di aumentare l’efficienza operativa e la capacità di offerta per il governo delle liste di attesa”.

Come vengono gestite le prenotazioni dal Cup

I tempi di attesa per le visite da effettuarsi all’interno delle strutture pubbliche o convenzionate, sono gestiti attraverso il Pingla (piano nazionale di gestione liste di attesa) che individua quattro priorità temporali per le prestazioni ambulatoriali specialistiche, contraddistinte dalle lettere U, B, D e P. La lettera U equivale alle urgenze a cui l’utente ha diritto entro 72 ore, la B equivale a prestazioni da fornire entro 10 giorni, la D 30/60 giorni per finire con la lettera P che equivale a prestazioni non urgenti da soddisfare entro 120 giorni. Questi sono i parametri che ogni paziente dovrebbe conoscere quando effettua una prenotazione al Cup.