Esperti, produttori e ambientalisti a confronto per discutere di una grande opportunità per la filiera zootecnica e agricola, ovvero la creazione di biogas dallo smaltimento e dal riciclo dei residui aziendali.

L’obiettivo è la creazione di energie alternative attraverso nuove prospettive di sviluppo che sono state illustrate oggi all’interno del seminario divulgativo organizzato dalla Soat di Santa Croce Camerina in collaborazione con le Soat del distretto di Ragusa e Siracusa, nell’ambito della misura 331 – Formazione e Informazione del Piano di Sviluppo Rurale. L’appuntamento presso la sala convegni “Al giardino di Bianca”, presso il castello di Donnafugata.

Relatori sono stati esperti italiani del settore che hanno illustrato i “case history” di numerose realtà del Nord Italia dove la trasformazione dei reflui zootecnici e agricoli in biogas è ormai una realtà consolidata da decenni. La produzione del biogas avviene attraverso la digestione anaerobica di effluenti zootecnici e sottoprodotti agricoli e può dunque rappresentare, soprattutto nella provincia ragusana, la più zootecnica della Sicilia, una grande opportunità di sviluppo sostenibile per il territorio sia in termini di reddito economico che per quanto attiene i vantaggi ambientali. In Italia esistono già circa 1000 impianti, di piccole, medie e grandi dimensioni, ma la Sicilia, finora, è rimasta esclusa da tale opportunità che offre agli agricoltori e ai produttori zootecnici delle risorse economiche ingenti attraverso la trasformazione di scarti di macellazione, reflui fognari, coltivazioni di essenze che possono generare biomassa.

Dopo il saluto istituzionale di Guido Mezzasalma, dirigente della Soat di Santa Croce Camerina, si sono alternati i vari esperti. Luigi Rutigliano di Austep, ha spiegato in linee generali le caratteristiche del biogas e le opportunità che possono nascere dall’agrozootecnia e dall’agroindustria grazie anche ad impianti che funzionano mediante il telecontrollo e dunque riducendo al massimo le spese per il personale. L’ingegnere Francesco Minardi si è invece soffermato sugli aspetti autorizzativi necessari per attivare questi impianti e sui sistemi di incentivazione attualmente previsti dalle normative vigenti. In Sicilia, ha rilevato Minardi, si arriva in assoluto ritardo rispetto ad altre regioni italiane anche se proprio in questi giorni sta iniziando a partire il primo impianto di biogas nell’area di Mussomeli.

Le incentivazioni riguardano invece la messa in rete Enel di energia pulita che nasce dal biogas secondo dunque processi termici. Ma per produrre biogas non è necessario ipotizzare grandi investimenti e grandi impianti. Lo ha ribadito Fabio Boldrighi di Rota Guido che ha parlato del biogas di piccola taglia e delle nuove tecnologie che aiutano a portare avanti tutto il processo. Tema ripreso da Marco Comin di Wolf System, azienda leader in Europa, che ha ricordato i materiali che si utilizzano per coibentare opportunamente le vasche in cemento armato ventilato per l’agricoltura, passaggio utile per il processo. Interessante, per l’applicazione che può esserci nell’importante polo avicolo modicano, la relazione di Ivan Rizzo della Biopower, che ha parlato della co-digestione dei reflui avicoli con particolare riferimento all’uso della pollina. Per la prima volta in provincia si è dunque affrontato in modo prettamente tecnico il tema della produzione del biogas e anche dalle associazioni ambientaliste, il caso di Legambiente rappresentata dall’architetto Giorgio Cavallo, non solo è arrivata la totale e incondizionata approvazione rispetto al progetto, ma anche l’offerta di piena collaborazione da estendere magari pure su progetti più ampi come il piano paesaggistico.

Un obiettivo centrato, quello del seminario divulgativo organizzato dalla Soat, che ha avuto il pregio di mettere a confronto, attorno ad uno stesso tavolo, i diversi attori della filiera raggiungendo la possibilità di un’inedita collaborazione rispetto ad un tema che in passato è stato motivo di diffidenza e a volte di divisione, adesso superate.