acquaCatania è la città siciliana dove il servizio idrico integrato costa meno ed è al sesto posto tra le città italiane più economiche. Gli spreconi si trovano a Ragusa: la città si è aggiudicata la medaglia per essere quella con maggior dispersione d’acqua dell’Isola, circa il  76%, e neanche le tariffe annuali sono poi basse, 237 euro annui contro i 194 euro del capoluogo etneo.

I dati sono contenuti nel dossier 2015 presentato dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva e che si riferisce alla situazione del 2014.

Il capoluogo ibleo è seguito da Siracusa  265 euro annui,  293 a Messina, la città messa in ginocchio e per la quale sono stati oggi stanziati 3 mln, 2 da parte dello Stato e 1 dalla Regione, per gli interventi previsti per la messa in sicurezza della collina a Calatabiano, dove è avvenuta la frana che ha interrotto la condotta, la realizzazione di un secondo bypass e le operazioni di prima emergenza.

315 euro li paga Palermo, 361 a Trapani, 446 ad Agrigento, 482 a Caltanissetta e addirittura 503 a Enna. La città italiana capoluogo di provincia in cui l’acqua costa di meno è Isernia (120 euro all’anno), seguita da Milano (136) e Campobasso (166). Si riscontra la presenza di agevolazioni tariffarie nel 56% dei casi, come indica l’Osservatorio. Gli aventi diritto vengono individuati in base alla soglia dell’indicatore Isee nel 79% dei casi; per quanto riguarda l’entità dell’agevolazione, nel 31% dei casi è uguale per tutti gli aventi diritto e in un ulteriore 31% è stabilita in base alla numerosità del nucleo familiare.

Infine, per quanto riguarda la tipologia di agevolazione, nel 39% dei casi si configura come contributo forfettario

Viviana Sammito