Il Centro comunale raccolta differenziata dei rifiuti di Contrada Palazzo (Marina di Ragusa) è diventato un deposito di palme infette da punteruolo rosso. Nel Settembre del 2011 il comune di Ragusa aveva indicato il C.C.R di C/da Palazzo, tra Fontana Nuova e Contrada Ficazza, come centro per la raccolta dei residui vegetali delle palme morte a causa del punteruolo rosso i cui fusti dovevano essere tagliati in porzioni non superiori a 20 centimetri. La realtà, però, è molto diversa da quella prospettata un anno fa dall’amministrazione comunale, i resti di palme  depositati nel centro consegnato dalla giunta comunale alla dalla ditta Busso nel febbraio 2011, non sono inferiori a 20 cm, ma vi sono anche dei tronchi e i residui sono li da diversi mesi contro le direttive imposte dalla comunità europea che in tal senso è stata molto chiara. I residui delle palme infette da punteruolo rosso devono infatti essere portate in apposite discariche autorizzate dove, in un ambiente asettico, vengono triturati e, il più delle volte, inceneriti per evitare che il coleottero dell’Asia possa propagarsi. Nel tronco avviene generalmente la riproduzione del punteruolo ed è la parte di pianta che deve essere smaltita con estrema urgenza.

Residui di tronco, alti addirittura qualche metro, si vedono anche lungo la strada che porta da contrada Palazzo a Contrada Ficazza, si tratta di una zona con un paesaggio naturalistico eccezionale, ma letteralmente bistrattata dall’uomo. Lungo il percorso, a pochi passi dall’impianto di depurazione, insistono una serie di piccole discariche abusive, per non parlare delle serre dismesse e dei rifiuti non smaltiti prodotti dagli agricoltori fino ad arrivare, come dicevamo, alle palme infette non smaltite come previsto dalle normative esistenti.

Un coleottero, nella fase di sfarfallamento, può spostarsi anche oltre un chilometro, non è difficile quindi pensare che dal C.C.R di contrada Palazzo possa raggiungere le Palme di Marina di Ragusa che già risulta essere una delle aree più colpite dal parassita. Basta infatti guardare lungomare Andrea Doria per rendersi conto che la trasformazione è stata radicale, lì non esistono più palme waschington e quelle poche rimaste sono infette.

articolo pubblicato sul settimanale La Verità

Carmelo Riccotti La Rocca