Processo “cani killer” di Pisciotto, parla il carabiniere che per primo soccorse il piccolo Giuseppe: mi chiese di portarlo via da lì, sentiva tanto freddo!
- 25 Ottobre 2012 - 14:20
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Si è svolta ieri mattina un’udienza del processo “Cani Killer” di Pisciotto.
Ieri in aula il racconto del carabiniere che per primo arrivò sul posto, dove i cani stavano sbranando il corpicino del piccolo Giuseppe Brafa. L’aula è rimasta tutta in silenzio durante la fase del racconto del militare, “il bambino – ha detto – era in un lago di sangue, dilaniato da quattro cani che gli stavano ancora attorno. Mi tolsi la giacca della divisa per allontanarli e poi mi chinai sul piccolo, che, con un filo di voce, mi chiese di portarlo via da lì, perché sentiva tanto freddo”.
In aula c’erano anche i coniugi Brafa, che con gli occhi pieni di lacrime ascoltavano il racconto del Carabiniere, chiamato in aula per raccontare i fatti di quella tragica domenica di metà marzo del 2009; il militare, ha descritto quei quattro cani, neri e marrone, di piccola taglia ma piuttosto aggressivi, che dilaniavano il corpo insanguinato del bambino modicano, ancora cosciente. Era stato un gruppo di camperisti a guidare i due Carabinieri fino al luogo dell’orrenda aggressione, quando i cani, in branco, accerchiarono il piccolo Giuseppe, che stava pedalando in bici, non concedendogli scampo. Il carabiniere ha raccontato di avere visto Virgilio Giglio, il custode dei cani e proprietario dell’immobile dove in genere vivevano, aggirarsi nei pressi del suo casolare, senza aver compreso la gravità di quanto accaduto e non capendo le richieste di aiuto dello stesso Carabiniere. “Non si preoccupi – ci ha risposto – i cani sono tranquilli, non fanno nulla”.
La prossima udienza è il 14 novembre.