sbarco settembre 15Sono salpati dall’Egitto 7 giorni fa fino a quando non hanno raggiunto il punto di mare convenuto in acque internazionali ed hanno chiesto i soccorsi. Gli scafisti istruiscono i migranti su cosa dire non appena ascoltati dalla Polizia ma la tenacia e l’esperienza degli investigatori ha permesso anche questa volta di individuare ben 9 scafisti, due dei quali minori:

SAID Mohammed, nato in Egitto il 06.11.1983, FATHALLA ABOUENNASR Abdu Errahman, nato in Egitto il 28.06.1987, ABDULRAHMAN Aimaen, M.H.S.F. di anni 17, SAKA Alì Esmayl, nato in Egitto il 01.01.1996, ABDO BABO Bassim, nato in Egitto il 25.12.1985, ABDELKARIM Ahmed, nato in Egitto il 01.04.1996, MOHAMED ZAHER Wahib, nato in Egitto il 16.03.1997 e H.M. di anni 17.

I responsabili del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, si associavano con altri soggetti presenti in Egitto al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.

I migranti provenienti da diversi paesi, in parte sono stati ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo ed altri subito trasferiti in centri presenti sulla penisola italiana.

I FATTI

Alle ore 03:24 dell’11/09/2015 veniva segnalata da un telefono satellitare un’imbarcazione che necessitava di soccorso.

La nave militare francese “CDT BOUAN” che era presente nella zona delle operazioni intercettava l’imbarcazione clandestina e la monitorava fino alle prime luci dell’alba o meglio fino a quando situazioni più favorevoli avrebbero consentito di iniziare le operazioni di soccorso dei migranti che vi erano a bordo. Nelle ore successive si dava inizio al soccorso dei migranti in posizione concludendole alle ore 10.30. L’imbarcazione clandestina veniva lasciata alla deriva. A seguito di disposizioni impartite dai preposti organi istituzionali italiani l’unità navale francese dirigeva verso il porto di Pozzallo giungendovi alle ore 08.00 di giorno 12. Tutti i migranti venivano sottoposti ai necessari controlli sanitari e quindi fatti scendere in banchina per essere trasferiti una parte presso l’annesso al porto di Pozzallo C.P.S.A. e un’altra parte in altre strutture ricettive della penisola.

LE INDAGINI

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri ed una della Guardia di Finanza hanno concluso le indagini questa notte sullo sbarco giunto a Pozzallo sabato mattina.

Quando gli investigatori apprendono che la barca è salpata dall’Egitto, capiscono subito che devono individuare un equipaggio e non solo un paio di scafisti.

Il lavoro è duro ma stimolante ed è per questo che nulla viene lasciato al caso. Si curano tutti i dettagli, nulla può essere tralasciato. Si tratta di raccogliere gravi indizi di colpevolezza non su uno o due scafisti come accade quando salpano dalla Libia ma un intero equipaggio quindi è tutto più complicato.

I testimoni, sempre fondamentali per le indagini, devono indicare non solo il comandante e chi lo ha assistito durante la navigazione, ma tutto ciò che è accaduto prima e durante la traversata. Ogni ruolo va descritto con attenzione, la Polizia sa bene che sta per privare della libertà una persona, quindi in questi casi deve raccogliere quanti più indizi di colpevolezza.

Il codice di procedura penale parla chiaro, perché si possa mettere in carcere una persona sottoponendola a fermo, bisogna raccogliere gravi indizi di colpevolezza, oltre ad altri elementi fondamentali come il pericolo di fuga.

Ecco, la raccolta degli indizi è difficilissima, bisogna individuare ogni particolare, ruoli, mansioni, comportamenti, per di più due dei fermati sono minori.

Una delle aggravanti prevista dal testo unico sull’immigrazione è quella dell’uso delle armi ed inoltre anche quella di aver trattato in modo disumano o degradante i migranti; quindi descrivere la condotta di ogni componente l’equipaggio è fondamentale.

La Polizia dopo aver appreso qualche indizio si concentra sui soggetti indicati, seppur sommariamente, e grazie all’opera di persuasione, uno degli scafisti si determinava a collaborare.

Le prime informazioni date sembravano assurde, racconti quasi di fantasia ma quando lo stesso scafista capisce che i poliziotti non erano li per farsi raccontare favole, non poteva che ammettere di aver avuto paura di dire tutta la verità, quindi si determinava a fornire una confessione piena.

I testimoni contestualmente sentiti in un’altra stanza indicavano ben 9 soggetti quali componenti l’equipaggio e quindi 9 descrizioni di ogni comportamento.

Inoltre bisogna incrociare più testimonianze in quanto non basta una sola dichiarazione ma ne servono diverse, proprio perché in tanti.

Bisogna escludere il rischio d’errore da parte dei migranti che, magari stanchi, possono commettere durante il riconoscimento fotografico.

Quanti più indizi gravi si raccolgono tanto meglio è per la Polizia oggi e per l’Autorità Giudiziaria domani che dovrà processare questi criminali.

Dalle indagini parecchi sono gli elementi emersi di inaudita gravità. Dall’uso di armi per chi disubbidiva a bordo (magari perché voleva prendere un po’ d’aria), a chi si azzardava a chiedere del cibo quando era già finito.

I passeggeri hanno raccontato di aver mangiato pane e formaggini per 5 dei 7 giorni di viaggio perché poi il cibo è finito e per 48 ore non hanno mangiato nulla.

Di giorno erano costretti a stare in stiva per evitare controlli da parte delle autorità egiziane, mentre la notte potevano uscire per prendere aria in quanto sotto era irrespirabile.

Gli stessi migranti hanno detto che si è trattato di un miracolo, non credevano più di arrivare vivi in quanto affamati e disidratati.

La Polizia dopo ore ed ore di interrogatori e audizione dei testimoni è stata in grado sottoporre a fermo ben 9 scafisti, due dei quali minori.

La Polizia Scientifica si è occupata di accertare la loro identità ed al termine delle procedure, i maggiorenni sono stati condotti in carcere a Ragusa ed i minori al centro di prima accoglienza per autori di reati di Catania.

Tra gli aspetti curati dalla Polizia di Stato, uno dei più importanti è l’audizione dei minori sbarcati non accompagnati da nessun parente o altra persona in grado di prendersi cura di loro.

In quest’ultimo periodo sono decine i giovani migranti che hanno lasciato le loro terre da soli, senza nessun partente. Questa volta 67, tutti egiziani non accompagnati in cerca di un futuro, così come ripetono loro quando vengono chiamati per raccontare le loro storie.

Dalle loro dichiarazioni emerge che i genitori li mandano in Europa per studiare, così da poter poi lavorare  e mandare i soldi a casa, dove spesso sono rimasti tanti fratelli più piccoli ed i parenti.

LA CATTURA

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanna inflitte dell’Autorità Giudiziaria e già passate in giudicato.

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

 Nel 2015 sono 114 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 199 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.