polizia questura ragusa 2Sette scafisti egiziani arrestati dalla Squadra Mobile in meno di 24 ore: EL BAHLAWAN Mhammed, TAMAN Hasen, NASSAR Alee, di 28anni HASSEN Ahmed, nato 45 anni fa,  DAWED Himed, 25 anni, MOSTAFA EL TAHAN Sherif, 30anni, e HARAFI AHMED, 28 anni. Tutti sono accusati di avere clandestinamente trasportato in Italia 295 migranti di origini siriane, egiziane e del centro africa, di cui quasi 100 i minori, molti dei quali neonati.

Il carico di rifugiati è approdato a Pozzallo lo scorso primo agosto all’una di notte; la traversata era stata organizzata tramite Facebook dove c’erano tutti i contatti telefonici per partire.   

Il riconoscimento degli scafisti è stato accertato subito dall’atteggiamento di riverenza e timore nei loro confronti da parte dei “passeggeri”. La polizia ha verificato che i trafficanti di esseri umani hanno costretto, dietro la minaccia, com’è da prassi,  le mamme per farsi consegnare i figli così da mischiarsi tra le famiglie siriane.  I piccoli, strappati dalle braccia delle madri, hanno iniziato a piangere disperatamente e per questo motivo l’attenzione dei poliziotti della Squadra Mobile si è concentrata su un gruppo di uomini risultati poi essere tutti egiziani e scafisti.

Uno dei migranti, durante l’interrogatorio, ha ceduto raccontando di  essere stati  minacciati di giurare sul corano che non avrebbero fiatato e quindi non avrebbero mai indicato gli scafisti alla Polizia. Sequestrate inoltre banconote di diversa valuta per quasi 5.000 euro.

Secondo quanto dichiarato dai testimoni gli organizzatori hanno incassato 3.000 dollari a passeggero per quasi 1.000.000 di dollari complessivi.

Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 87 scafisti dalla Squadra Mobile della Polizia di Stato

TERRIBILI I GIORNI  CHE PRECEDONO LA TRAVERSATA

Gli organizzatori egiziani, di cui fanno parte gli scafisti arrestati, hanno fatto partire tutti i migranti da una piccola spiaggia a bordo di lance di piccole dimensioni ed a gruppi di 25/30. Ogni viaggio durava 4 ore lungo la costa egiziana fino a giungere ad un punto di mare dove attenderli c’era un peschereccio più grande. Durante le fasi di carico di tutti i migranti si è accesa una discussione telefonica tra  il capitano del peschereccio e con un socio che si trovava a terra durante la quale il primo ha chiarito  che non sarebbe partito se il peschereccio non era al completo. Quindici giorni di liti sono trascorsi per completare il “carico umano”. I migranti, stremati dalla stanchezza e dalle fame, hanno implorato, invano, più volte il comandante di tornare  a terra, soprattutto le famiglie siriane con bambini molto piccoli.

I momenti di tensione sono diventati spesso liti feroci tant’è che i migranti hanno provato a picchiare l’equipaggio ma gli egiziani sono riusciti a calmare gli animi con la promessa di un’imminente partenza. Dopo ben 15 giorni la partenza ed il viaggio, durato altri 5 giorni perché inizialmente il comandante voleva tentare di eludere i controlli dell’operazione Mare Nostrum per non perdere la barca ma poi, viste le difficoltà oggettive ha desistito ed ha dovuto chiamare i soccorsi, ricevuti poi da una nave mercantile.

Durante la traversata una petroliera francese si era avvicinata chiedendo se avessero bisogno e di salire a bordo ma il comandante aveva rifiutato proprio perché avrebbe perso la barca. 

LE TESTIMONIANZE

 La testimonianza di un capo famiglia siriano:

A seguito di grossi problemi nel mio paese sin dal 2012, quello stesso anno, temendo per la nostra l’incolumità ho trasferito il mio nucleo familiare in Egitto inviando prima la moglie ed il figlio .

Ricongiunta la famiglia, e stabilitici nella citta di *********, trovavo lavoro come rappresentante farmaceutico e farmacista. Qui la vita non era facile in quanto per problemi politici i siriani non erano ben visti. Stessa difficolta, veniva riscontrata per trovare  un’abitazione in affitto, tant’è che dovevo cambiare spesso.

Tramite FaceBook, e precisamente su di una pagina dedicata ai rifugiati siriani nel mondo, venivo a conoscenza della possibilità di raggiungere l’Europa, illegalmente, pertanto tramite il social network, chiesi un numero di telefono per contatti che mi furono forniti… omissis

Il 12 luglio u.s. chiamai al numero detto e qui, la persona che rispose e a cui chiesi le modalità per la traversata, mi riferì che occorrevano 2700 dollari Usa a persona e che i bimbi erano compresi nel prezzo. Lo stesso riferiva inoltre che c’era da attendere stante i pressanti controlli da parte della Polizia egiziana pertanto sarebbe stata sua cura richiamarmi.

Il 21 luglio successivo, ricevetti una telefonata sempre dallo stesso uomo il quale mi riferiva i raggiungere ********* e precisamente sul lungomare.

Raggiungevo il posto unitamente alla mia famiglia, composta da mia moglie, due figli minori, mia madre, mio cognato e qui, l’uomo con cui avevo preso contatti, ci allocava in un appartamento.

 Alle ore 04.00 del giorno successivo, sempre lo stesso uomo ci riferiva di tenerci pronti per la partenza che sarebbe avvenuta alle ore 10.00, e nel contempo prelevava i soldi che avevamo preparato.

Gli egiziani erano armati di grossi coltelli ma non ci hanno mai picchiato o ferito.

Nell’allontanarci dalla costa, notavo altre lance, circa 6/7, navigare anch’esse in direzione mare aperto con a bordo altre persone destinate al viaggio verso l’Europa.

Indico ancora che, durante questa breve traversata, venivamo privati dei telefoni cellulari. Raggiungevamo dopo circa 5/10 minuti una grossa barca in legno di circa 18 metri, con già a bordo l’equipaggio,  composto da egiziani, ove venivamo trasbordati. Anche le persone trasportate nelle altre lance da me indicate, affiancavano il grosso scafo e qui imbarcati.

A bordo della grossa barca da me indicata, a fine trasbordi, contavo pressappoco 180 persone di varia etnia.

La stessa cominciava la sua navigazione che durava tutta la notte sino alle ore 12.30 del giorno successivo quindi 23 luglio quando affiancavamo e trasbordavamo su di una grossa nave in ferro carica di altri clandestini che riconoscevo tra l’altro  per etnia siriana, egiziana e sudanese.

La barca in ferro rimaneva in attesa ancora per circa 2 ore quando venivano ancora imbarcati altri clandestini di etnia siriana, circa 35, giunti con un’altra barca.

Udivo distintamente uno dell’equipaggio parlare con il proprietario della barca, che riceveva precise istruzioni circa il numero dei clandestini da imbarcare, e precisamente 300 in quanto, dato che questa barca era destinata a raggiungere le coste italiane e non, come solito, farsi raggiungere in mare aperto dai soccorsi, un numero minore di trasportati, non avrebbe fatto rientrare il predetto proprietario, della perdita dell’imbarcazione. Pertanto la barca veniva fatta navigare, per circa tre giorni, parallelamente le coste egiziane, in attesa di imbarcare altri clandestini per appunto raggiungere il numero prefissato.

Aggiungo che le persone trovate già imbarcate, destinate a raggiungere le coste italiane, erano a bordo già fa circa 10 giorni, anch’essi in attesa del completamento del carico.

Io, nonché le persone imbarcate con me lo stesso giorno, abbiamo trascorso a bordo di questa nave in ferro esattamente sette giorni,  ma, nel corso dei predetti sette giorni non siamo stati raggiunti da nessuna imbarcazione in quanto udivo distintamente telefonate intercorse tra un membro dell’equipaggio e persone a terra presumibilmente facenti parte dell’organizzazione di traffico di emigranti, che alcune barche, erano state bloccate alla loro partenza dalla polizia egiziana pattuglianti la costa.

Non riuscendo a completare il carico, il comandante della nave ci chiedeva 50 euro procapite, affinchè, anzichè continuare ad attendere eventuali ed ulteriori clandestini, si sarebbe diretto immediatamente verso le coste italiane”.

LO SGOMBERO

Mentre il gruppo degli immigrati stava per essere trasferito nel Centro di prima Accoglienza di Pozzallo,  l’Ufficio Ordine Pubblico della Questura di Ragusa ha condotto centinaia di ospiti presenti al centro di Pozzallo al fine di permettere l’ingresso degli altri appena sbarcati.

Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza.

Oggi alle ore 10.00 sono stati  trasferiti tutti gli egiziani ed alle 11.00 tutti  i restanti ospiti, in quanto alle ore 12.30 è previsto l’arrivo di una petroliera con a bordo 358 migranti di varie nazionalità.

I migranti verranno trasferiti a bordo di aerei charter in altre strutture del nord Italia.

Viviana Sammito