Nei giorni scorsi i funzionari ADM della Direzione Territoriale della Sicilia hanno provveduto – dopo l’affidamento da parte dell’Autorità Giudiziaria – al recupero di un’imbarcazione utilizzata dai migranti e incagliata sui massi frangiflutti nei pressi del molo di levante del porto di Pozzallo.

Lo sbarco dei 396 migranti che erano a bordo del natante, tratti tutti in salvo, è avvenuto lo scorso inverno in ore notturne e in condizioni metereologiche pessime che hanno causato l’urto dell’imbarcazione contro la barriera frangiflutti del porto.

Si tratta di un motopeschereccio in ferro lungo 25 metri, con una stazza di oltre 100 tonnellate, con una grande falla nella parte inferiore dello scafo e adagiato dal lato dritto sul fondale sabbioso profondo solo alcune decine di centimetri.




Il ridotto pescaggio, non consentendo l’intervento dei rimorchiatori, ha reso necessario un complesso piano di intervento con l’utilizzo di un pontone galleggiante di circa 1600 metri quadrati dotato di una gru con braccio di 42 metri in grado di sollevare l’imbarcazione gravata dal peso dell’acqua e della sabbia in essa penetrate.

Dopo l’importante lavoro dei sub che hanno imbracato il relitto passando le fasce di sollevamento sotto lo scafo, il natante è stato sollevato e collocato sul pontone per essere dunque condotto nel luogo dove sarà effettuato lo smaltimento.

L’intervento è stato realizzato nel pieno rispetto dell’ambiente marino e con il minimo impatto sulle attività commerciali del porto.

Questo è l’ennesimo intervento da parte dell’Agenzia delle Accise Dogane e Monopoli di recupero e distruzione di una imbarcazione utilizzata dalla criminalità organizzata per la consumazione di reati di immigrazione clandestina.

In questi giorni la ditta incaricata sta inoltre procedendo allo smaltimento di altri tre grandi pescherecci in ferro già in secca all’interno del porto di Pozzallo.

Un grande lavoro e un grande impegno che vede ADM in prima linea nella tutela della legalità e nella salvaguardia dell’ambiente.