Si tiene sabato 30 giugno alle ore 18.30, presso Villa Barone-Alfieri, in Contrada Recupero a Pozzallo, la presentazione del libro: “LAGGIÙ TRA IL FERRO”,  di Nicodemo Gentile.

«Ogni istituto penitenziario è un microcosmo con i suoi riti, le sue gerarchie. Non puoi conoscerlo, e non puoi conoscere chi lo abita, se non entrandoci, passandoci del tempo. Con l’umiltà di ascoltare e l’intelligenza di sospendere i giudizi. Questo è riuscito a fare Nicodemo Gentile, e questo racconta nelle pagine del suo libro. Un libro speciale, perché è un libro vero», afferma Massimo Picozzi.




Storie sconosciute della vita dietro alle sbarre, spaccati di quotidianità spesso drammatici, questo il contenuto del libro.

Con le competenze tecniche che gli derivano dalla sua professione, l’autore ci offre un quadro estremamente accurato della situazione in cui versa la maggior parte dei detenuti nel nostro Paese per cercare di capire chi non ha più prospettive di vita libera, chi non riesce assolutamente ad adattarsi alle privazioni quotidiane, chi ha perso ogni speranza o chi non vuole e non sa rassegnarsi a ciò che crede una profonda ingiustizia. Sono vicende che spaziano dall’accettazione razionale della propria esistenza a un avvicinamento fideistico alla religione o, purtroppo, al tentativo di suicidio.

Dietro tutto questo dolore, però, si avverte la necessità dell’ineluttabilità del carcere e della pena e vi è la convinzione che solo la rieducazione sociale del condannato (che non vuol dire pena più lieve o più corta) debba guidare la logica di chi gestisce le carceri di un Paese civile.

La voce dell’autore si alterna a quella dei detenuti, come Salvatore Parolisi, Manuel Winston Reyes, Angela Biurikova, Carmelo Musumeci, che descrivono non la loro storia giudiziaria, ma la vita e il tempo in carcere.

Nicodemo Gentile è nato a Cirò (KR). È avvocato cassazionista e si occupa prevalentemente di diritto penale. Da anni è impegnato in vicende di rilevanza nazionale, tra le quali il processo per l’omicidio di Meredith Kercher e quello per Melania Rea e il delitto della contessa dell’Olgiata, dove è stato il legale degli imputati. In qualità di difensore di parte civile ha celebrato i processi per gli omicidi di Sarah Scazzi, dei fidanzati di Pordenone (Trifone e Teresa), di Roberta Ragusa, di Guerrina Piscaglia, alcuni dei quali ancora in corso. È inoltre il legale di riferimento di varie comunità e di associazioni impegnate nel sociale. La sede principale del suo studio è a Perugia, ma da tempo si avvale di articolazioni in tutto il territorio nazionale.