I Carabinieri della Stazione di Pozzallo hanno tratto in arresto in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare, Pietro MARINO, 60 anni, pozzallese, pescatore, per atti persecutori.

L’attività dei militari dell’Arma era partita nel maggio dello scorso anno, quando l’attuale convivente della ex coniuge dell’arrestato (ritenuto rivale in amore), aveva sporto le prime denunce per gravi minacce anche di morte che l’uomo gli aveva rivolto sia oralmente che a mezzo di Facebook. Peraltro, la storia già nel 2013 aveva avuto esito con la condanna del MARINO per il medesimo reato, infatti, sin dal divorzio, l’uomo non aveva accettato che la donna non volesse più avere a che fare con lui. Ma, a differenza della maggior parte dei casi di stalking, oggetto dell’ossessione in questo caso è stato l’attuale convivente.

Gli episodi, oltre alle minacce all’uomo, si sono susseguiti anche con diversi appostamenti sotto casa, e  vere e proprie aggressioni verbali rivolte al rivale in amore. Gli epiteti erano dei più svariati, dal “parassita” all’ “infame”, e così via in una ossessione che stentava a declinare.




Addirittura lo stalker era arrivato a dormire nella propria auto sotto la casa della vittima e dei suoi figli, e, spesso, non esitava a tallonare l’auto dell’uomo e dei suoi figli. Tutte queste condotte avevano ormai ingenerato un grave e perdurante stato d’ansia nella vittima ed in tutti i suoi familiari, e la vicinanza e la professionalità dei Carabinieri della Stazione di Pozzallo ha permesso alla famiglia di prendere coraggio e denunciare tutti i fatti. Lo scorso 3 gennaio, lo stalker giunto all’apice della follia, avendo atteso il rientro della vittima dall’estero, ed una sera nella quale tutta la famiglia era nell’abitazione a cenare, ha tentato di appiccare il fuoco alla casa della coppia, cospargendo tutto l’ingresso di benzina.

Solo le urla terrorizzate della famiglia ed il vento contrario rispetto alla fiammella dell’accendino hanno salvato circa 10 persone da una possibile strage. Lo stalker peraltro mentre continuava a gettare benzina, ha ingiuriato e gridato “ti ammazzo” all’indirizzo della vittima, prima di darsi alla fuga. I Carabinieri allora intervenuti, che ponevano particolare attenzione sull’uomo, lo trovarono poco dopo nella sua abitazione, con una tanica di benzina vuota, e lo segnalarono all’autorità giudiziaria.

L’attività investigativa diretta dal Pubblico Ministero della Procura di Ragusa, Dott. Sodani, ha condotto i militari a rassegnare gravi e plurimi indizi di colpevolezza sull’uomo, determinando la richiesta di misura cautelare agli arresti domiciliari. Il GIP di Ragusa ha emesso la misura custodiale eseguita nella notte dai Carabinieri.

La denuncia delle vittime e la professionalità e dedizione dei Carabinieri ha posto fine a 9 mesi di incubo per un uomo e tutti i suoi familiari.