a piedi scalziPozzallo ha deciso di aderire alla manifestazione nazionale “la marcia degli uomini e delle donne scalzi” ieri pomeriggio. Un centinaio di persone si sono date appuntamento al lungomare Raganzino per raggiungere a piedi nudi il centro di primo soccorso e accoglienza di Pozzallo. Un messaggio forte pro – accoglienza che è arrivato anche dal palco dell’anfiteatro Raganzino durante il concerto di Mario Incudine, giovedì sera, dedicato agli immigrati.

Un breve tratto divide la spiaggia Raganzino di Pozzallo al centro di primo soccorso e accoglienza, che per i rifugiati è la casa della speranza, seppur per pochi giorni. Forte è il messaggio durante questo breve tragitto: percorrere le strade e le spiagge scalzi, come fanno gli immigrati quando affrontano il deserto e poi raggiungono la terra ferma. Scalzi perché è un modo per dimostrare la solidarietà, la comprensione e la disponibilità all’accoglienza.  E’ questo il motivo per cui Pozzallo, città simbolo della speranza  per molti rifugiati, ha voluto aderire all’iniziativa nazionale della marcia di uomini e donne scalzi.

Sono state 71 le città che hanno accolto l’appello di intellettuali e artisti per sfilare senza scarpe in segno di solidarietà ai migranti in fuga dai loro Paesi e per dire no “ai muri dei paesi dell’est europeo e chiedere la certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature; accoglienza degna e rispettosa per tutti; chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti; la creazione di un vero sistema unico di asilo in Europa, superando il regolamento di Dublino. A Pozzallo, circa un centinaio di persone  ieri pomeriggio, tra cui mamme con bambini, hanno partecipato al corteo, insieme con Caritas, Acli, Arci, Libera  e Cgil, fino a raggiungere il centro di accoglienza. il sindaco di pozzallo, Luigi Ammatuna, ha guidato il corteo anche lui a piedi nudi.

E proprio a Pozzallo con il racconto delle anime migranti ha aperto ieri sera il festival “l’invisibile – storie di mondi e umanita’” con il cantautore Mario Incudine. Pozzallo, città dell’accoglienza di migliaia di migranti è al tempo stesso per tutti loro “lo scoglio della speranza”.

Un messaggio di grande fratellanza quello che Incudine lancia all’interno dello spettacolo, un continuo mix di musica dalle sonorità mediterranee e di recitazione di testi che narrano la verità:  chi mette a repentaglio la propria vita e quella dei propri figli salendo su una “zattera” in mare, lo fa perché è costretto. Anime migranti quelle di ieri, anime migranti quelle di oggi. E le frontiere, i muri, il filo spinato sono solo il modo per girarsi dall’altra parte e non affrontare l’unica strada percorribile, quella dell’umana accoglienza.

Stasera un altro appuntamento di rilievo con il concerto degli “Aptal” dal titolo “Il Mediterraneo perduto”.

Viviana Sammito