Perché una ciclopista fino a Donnalucata?
- 27 Agosto 2024 - 12:59
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La ricucitura del litorale ibleo con infrastrutture per la mobilità lenta aveva trovato una prima e dettagliata elaborazione nell’ingiustamente dimenticato Piano di Innovazione Rurale del CO.P.P.A.I. GAL Leader del 1994, “Progetto Fascia Costiera”, a firma dell’urbanista Coggiola.
L’idea di elaborare un percorso ciclabile e pedonale che unisce la fascia costiera e le aree interne della Sicilia del Sud Est riceve una decisa sferzata dalla Conferenza Nazionale “Elementi del Paesaggio e Fattori di Suggestione nelle Strutture Lineari per il Trasporto Ferroviario e Individuale”, tenutasi il 21 febbraio 2009 presso la sede del Consorzio Universitario di Ragusa, con l’entusiastico contributo di specialisti convenuti da ogni parte del Paese.
La Provincia di Ragusa non era però stata con le mani in mano e già il 7 maggio 2011 inaugurava la ciclabile Sampieri – Marina di Ragusa, “un percorso complessivo di circa 3,1 km … che riveste carattere di “intervento pilota”, in quanto costituisce il primo tratto dell’itinerario ciclabile litoraneo “PASSIBLEI”.
Sull’onda di queste esperienze, nel 2012 viene elaborata e presentata pubblicamente Barocco Slow Coast, ovvero una visione di mobilità lenta della costa Iblea che si propone dare luogo all’itinerario costiero di mobilità dolce di sicuro successo, in quanto il più a sud dell’Europa continentale.
Nel 2013 il Progetto SIBIT – Sustainable Interregional Bike Tourism – P.O. Italia – Malta 2007-2013 comporterà la segnalazione dell’intera tratta Siracusa – Trapani, con l’intento di agevolare i cicloturisti, attori di un fenomeno sociale ed economico in fortissima ascesa, oggi affiancati dal turismo dei Cammini.
La “Sicilia dolce” entra a pieno titolo nel mondo UNESCO con l’approvazione unanime dell’idea – progetto GREENET da parte di tutti i Comuni siciliani appartenenti all’Heritage, riuniti a Catania in seduta plenaria il 2 dicembre 2014. GREENET è un itinerario che unisce, come collana di perle preziose, i luoghi siciliani dell’UNESCO. Pochi mesi dopo, anche la Fondazione UNESCO sposerà l’iniziativa, con una lettera di Aurelio Angelini indirizzata al Libero Consorzio di Ragusa, nella quale chiedeva di dare corso al progetto nella parte che riguardava il Sud Est siciliano. Il Libero Consorzio, in verità, ancora una volta, precorreva i tempi, riprendendo nel 2015 e con energia il citato Progetto Passi Iblei; progetto che, va detto, prevedeva non solo la conversione in ciclabile della ferrovia dismessa Siracusa – Ragusa, ma anche il rafforzamento del servizio ferroviario in servizio fra le due città capoluogo.
Avvicinandoci ai giorni nostri, non guasta ricordare che nei nuovi Piani di Gestione dei siti Siracusa – Pantalica e Città Tardo Barocche del Val di Noto (2020) il recupero ai fini di mobilità ciclistica della ferrovia dismessa Siracusa Pantalica viene indicato come grande opera infrastrutturale strategica in grado di incidere significativamente sullo sviluppo del Sud est.
Una visione pienamente condivisa dagli interessati, tanto che il 22 febbraio 2021 l’Unione dei Comuni Valle degli Iblei votava e inviava una esortazione rivolta alla Regione Siciliana per il finanziamento della conversione in ciclabile della tratta ferroviaria dismessa Giarratana – Chiaramonte Gulfi. Il cui progetto esecutivo è nella disponibilità del Libero Consorzio dei Comuni di Ragusa sin dal 2010, quando fu elaborato in occasione di quella misura, la “3.3.2.4” che naufragò nel nulla per gravi vizi nel bando di gara emesso dalla Regione Siciliana.
Una conversione di grande pregio strategico, perché permetterebbe di completare la connessione del siracusano con Ragusa, dato che il tratto precedente, quello che unisce le (ex) stazioni di Cassaro a quelle di Palazzolo Acreide e di Buscemi, è stato finalmente inaugurato con successo il 3 dicembre 2023. Una affascinante ciclopista inserita nella cornice della Valle dell’Anapo percorsa da un numero crescente di visitatori, sia giornalieri, sia di lunga percorrenza.
Nel corso del 2023 prende corpo anche la FUA – Aree Funzionali Urbane – fra i quali obiettivi si pone la cucitura dei territori anche attraverso percorsi di mobilità lenta e, dunque, a base di ciclovie. I comuni interessati sono 6: Ragusa, Vittoria, Santa Croce, Scicli, Modica, Giarratana. Nello stesso momento, però, naufraga dopo tante speranze la ben finanziata ciclovia strategica (la definizione di “strategica” proviene da una norma dello Stato) della Magna Grecia, che avrebbe dovuto unire Calabria e Basilicata fino a Portopalo, estrema punta sud della Sicilia, per ragioni connesse al (mal) funzionamento della Regione Siciliana sulle quali qui non ci si addentra.
Questa carrellata di norme, progetti, realizzazioni concrete e naufragate non può concludersi senza citare quello che è un vero e proprio “Piano Direttorio” per la mobilità lenta, il Piano della mobilità non motorizzata in Sicilia, pubblicato sulla gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n.28 del 1° luglio 2005, dopo l’approvazione della Giunta regionale di Governo con Deliberazione n. 185 del 05 maggio 2005. Un Piano la cui redazione ha chiesto 5 anni (2001-2005) e che ha avuto inizio con un tavolo misto Regione – Associazioni (in particolare: Federazione Italiana Ambiente e Biciletta – FIAB e Associazione Italiana Greenways). Un vero e proprio vanto della Regione di quegli anni, è giusto ammetterlo, quanto ignorato nei nostri.
Avvicinandoci a Donnalucata, oggetto di questa nota, a cura e spese del Comune di Ragusa è in appalto l’ultima porzione, quella che concluderà la ciclovia “ragusana” nell’area del territorio di Scicli nota come “ex Koala”. Del tratto finale, quello che da questo punto dovrà immettersi sin dentro la popolosa frazione sciclitana, speriamo di avere nuove ben presto, questa volta dal Comune di Scicli.
Completare la ciclopista significa canalizzare a Donnalucata il turismo nazionale e internazionale di Marina di Ragusa e del suo porto tutt’ora in pieno sviluppo. Ma anche molto di più, come dimostra il quadro generale in corso di realizzazione e che viene riassunto nella operazione del Libero Consorzio nota come Passi Iblei, il cui fine è quello di convogliare il turismo lento prima all’interno del territorio e poi sulla costa. Fenomeno destinato a aumentare di molto quando si troveranno volontà e risorse per connettere il chilometro che separa Pozzallo a Marina di Modica, quest’ultima già collegata a Sampieri.
Si comprende bene, allora, che la qualità del tratto di pista che, provenendo da Marina di Ragusa, congiungerà l’ex Koala a Donnalucata dovrà necessariamente essere all’altezza delle aspettative di un turismo che è lecito attendersi numeroso, e di “viaggiatori lenti” che si aspettano di trovare una infrastruttura al livello di quelle realizzate nel mondo da loro visitato.
Finanziato inizialmente con 720 € e, si legge, con ulteriore somma che comunque non consentirebbe di superare il milione di euro, ricordiamo che infrastrutture di qualità difficilmente si ottengono con meno di 300 € a chilometro. E qui criticità da superare ce ne sono più di una. Nei circa 3 chilometri da percorrere per raggiungere il lungomare di ponente si incontra l’incrocio con il Pizzillo e si affronta la curva in rilevato nella quale la strada piega verso il mare. In quell’area, inoltre, si dovranno approntare i raccordi utili per accogliere in sicurezza i numerosi residenti estivi (ma sempre di più anche invernali) dei villaggi Playa e Chamaerops, il cui trasferimento verso Donnalucata va fa facilitato in tutti i modi. Sarebbe infatti ben strano che da Marina di Ragusa ciclisti e camminatori arrivassero numerosi e dai due villaggi si fosse costretti al movimento con veicoli a motore! Infine, l’occupazione della carreggiata sud (quella prospiciente al mare) non deve essere vissuta come un dramma da coloro che risiedono lungo la provinciale, ragione per la quale occorre verificare la possibilità di realizzare altre connessioni fra la litoranea (SP 89) e la circonvallazione (SP 95), al fine di agevolare il movimento veicolare dei residenti.
Molto altro si potrebbe aggiungere, il succo della questione è che la pista costiera raccoglie i contributi dei territori dei tre comuni UNESCO di Ragusa, Scicli e Marina di Ragusa, e di altre preziosità site in altri Comuni, come l’area archeologica di Caucana, e connette due porti turistici in espansione, quelli di Marina e di Pozzallo.
Ragioni di più affinché il collegamento ciclabile fra Donnalucata e la pista proveniente da Marina di Ragusa venga fatto presto e bene, l’ultima cosa che dovrebbe mai accadere è che gli indugi possano costare un qualche ritiro dei finanziamenti già ottenuti, come già accadde nell’anno 2000 a causa di difficoltà riscontrate proprio nel territorio comunale sciclitano.
Come abbiamo visto, la costruzione della pista incontra punti critici che debbono essere affrontati e risolti al meglio. Soprattutto, occorre che essa prosegua fino a connettersi con quella di Sampieri, completando in quantità e in qualità il grande disegno di mobilità dolce dei PASSI IBLEI che il Libero Consorzio ha in corso.
Giampaolo Schillaci
Delegato U.O. Sito Città Tardo Barocche UNESCO per Mobilità FUA GREENET