poliziaE’ in corso a Gela dalle prime luci dell’alba una operazione congiunta tra Polizia di Stato Commissariato di Comiso  e Carabinieri di Ragusa per l’arresto di alcune persone responsabili di reati nel territorio di Comiso e Santa Croce Camerina.

Secondo le prime indiscrezioni sarebbero quattro le misure cautelari in carcere emesse contro la banda di malviventi responsabili di otto furti di autovetture, due furgoni, quattro motocicli e trenta colli di rete metallica nei comuni di Santa Croce Camerina, Comiso ed Acate.

I malviventi da dicembre 2015 a febbraio 2016 hanno perpetrato una serie di furti provocando danno economico alle vittime e preoccupazione tra la popolazione locale. Il lavoro sinergico di Carabinieri e Polizia ha consentito di “scovare”  quei gravi indizi di colpevolezza ed analizzare il loro modus operandi, necessari all’emissione della misura cautelare anche nei confronti di tutti e quattro i complici.

L’operazione “Touch and go” si sta svolgendo con perquisizioni nel Comune di Gela.

I particolari dell’operazione saranno resi noti in conferenza stampa alle 10:45 in Procura a Ragusa.

AGGIORNAMENTO NEWS ORE 13:20

operazione touch e goEcco qui di seguito tutti i dettagli dell’operazione forniti in un c.s. congiunto di Carabinieri e Polizia.

Alle prime luci dell’alba, a Gela, i Carabinieri della Compagnia di Ragusa e gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Comiso con la preziosa collaborazione degli uomini del Commissariato di Polizia di Stato Gela e della Compagnia Carabinieri di Gela, all’esito di laboriose indaginicoordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa dr.ssa. Monica Monego, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il medesimo Tribunale dr. Claudio Maggioni, nei confrontidi

–              SCOLLO Gianluca, nato a Gela (CL) il 05/12/1985, pluripregiudicato;

–              MARRETTA Salvatore Nicola Maicol, nato a Caltagirone (CT) il 20/10/1990, pluripregiudicato

–              CACI Francesco nato a Gela (CL) il 14/09/1989, pluripregiudicato

–              CASSISI Vincenzo, nato a Gela (CL) il 31/07/1986, pluripregiudicato.

I quattro sono stati individuati quali responsabili dei furti avvenuti presso Comiso e Santa Croce Camerina a partire dallo scorso ottobre 2015 e sino a tutto gennaio 2016 ai danni dei proprietari di otto autovetture, due furgoni, un motociclo di grossa cilindrata e tre motocicli da cross lo scorsodicembre 2015e trenta colli di rete metallica. Gli obiettivi principali erano auto di piccola e media dimensione (Fiat 500, lancia Y e Fiat Panda ed una Alfa romeo Mito i modelli presi di mira in zona) ovvero motocicli e furgoni da lavoro.

In più occasionigli stessi, aggirandosi per le strade di Santa Croce Camerina e di Comiso, ma non disdegnavano Ragusa ed Acate,perpetravano i furti in ore notturne travisati con cappucci di felpe e berretti.

Nel corso delle indagine è emerso che i malviventi davano inizioalla loro azione criminosa dapprima cercando di aprire i veicoli,per poi spostarli spingendoli a mano lontano dalle abitazioni, in modo da non provocare rumori che destassero sospetto, ed una volta al sicuro li mettevano in moto per portarli via senza perdere tempo (da qui il nome dell’operazione toccata e fuga); se il mezzo dava qualche problema nel momento dell’avviamento i ladri non perdevano tempo prezioso e lo lasciavano abbandonato come è successo ad una Fiat 500 rubata a Comiso e trovata abbandonata sulla strada che va da Comiso a Chiaramonte o ad un furgone turbo Daily Iveco rinvenuto a Santa Croce Camerina a breve distanza dal luogo del furto.Un motociclo invece è stato addirittura trainato dall’autovettura usata dai malviventi per arrivare a Santa Croce Camerina, fino all’uscita della città, ove, in un secondo momento è stato messo in moto e portato via.

Dalle indagini effettuate è emerso anche che i ladri depositavano i mezzi rubati in un garage, dove poi venivano smontati e venduti. Inoltre gli stessi hanno utilizzato lo stessomodus operandi per aprire il garage da dove sono stati portati via i motocicli da cross. Nonostante le accortezze poste in essere dai malviventi, i Carabinieri e la Polizia di Stato riuscivano ad intercettare ed analizzare il loro modo di perpetrare i reati tanto da individuare sia le loro generalità che i loro spostamenti.

Infatti, al termine della prima fase delle indagini condotte dal personale della Polizia di Stato e dai Carabinieri,grazie all’acquisizione delle riprese delle videocamere a circuito chiuso di alcuni esercizi commerciali, è emerso non solo il numero delle persone che materialmente hanno operato i furti, ma soprattutto la loro abilità adottata per aprire ed asportare i veicoli, ed anche le vie di fuga utilizzate dagli stessi una volta commesso il reato.

Il lavoro sinergico di Carabinieri e Polizia, continuato nei mesi successivi,avvalendosi anche dalle risultanze delle intercettazioni telefoniche e delle dichiarazioni fatte da diversi soggetti, ha consentito di “scovare” quei gravi indizi di colpevolezza necessari all’emissione della misura cautelare nei confronti di tutti e quattro i gelesi individuati che agivano in concorso tra loro.

Tutti i furti oltre ad aver recato un danno economico alle vittime, hanno destato preoccupazione tra gli abitanti della cittadina.

I quattro malviventi, tutti già noti alle forze dell’ordine, facendo parte di bande già identificate quali ladri di auto, questa notte, sono stati rintracciati presso le rispettive abitazioni di Gela e dopo le formalità di rito, sono stati dichiarati in arresto e associati presso la casa circondariale di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Durante l’esecuzione delle misure gli Agenti di Polizia e i Carabinieri hanno effettuato anche cinque perquisizioni (quattro agli arrestati e una presso l’abitazione di un quinto uomo indagato per gli stessi reati ma non destinatario di ordinanza custodiale) ed hanno sequestrato due autovetture modello Fiat 500 una vespa Piaggio 125 sulle quali saranno effettuati accertamenti circa la provenienza; 4 centraline vergini di vari modelli di autovetture notoriamente utilizzate per sostituire quelle originali delle autovetture da rubare e un rilevatore di frequenze utilizzato per verificare la presenza di dispositivi di intercettazione.