Scrivono con un Italiano a stento corretto e ti offrono prestiti. Occhio alla nuova truffa che corre su Facebook.

Ricevi una richiesta di amicizia da un contatto che ha un nome e cognome italiano e magari molti “amici in comune”; foto del profilo normale, magari assieme “alla moglie” e nel profilo anche foto di familiari. Accetti la richiesta e poi ti arriva un messaggio privato tipo questo: “Più preoccupazioni circa i vostri debiti e progetti a 2000 a 50.000.000 di fondi sul tuo conto Avete problemi con i debiti, progetti per realizzare la soluzione è Per il vostro salvataggio in quanto vi è ancora la speranza di vivere a lungo contatto Me per maggiori informazioni e-mail: jeanclaudegianfr…….Numero Whatsapp : : ( +3364466……).

FATE ATTENZIONE VI VOGLIONO TRUFFARE




Questo tipo di truffa, assieme a quella di presunte ragazze in cerca di compagnia, su Facebook, va avanti da tanti anni in Italia. Nelle ultime settimane questi truffatori stanno contattando molte persone della provincia di Ragusa con sbalorditive proposte di concessione prestiti,  cifre che vanno dai 2 mila ai 50 mila euro o anche più con un tasso di interesse bassissimo.

Lo ribadiamo, è una truffa. Qualche sprovveduto che ci casca lo trovano sempre purtroppo.

Solitamente questi truffatori bersagliano le bacheche di vari gruppi presentandosi come dei privati che al contrario delle banche sono disposti ad aiutare anche chi non potrebbe dare garanzie e invitano a contattarli al loro indirizzo mail privato. Il tutto ovviamente in un pessimo italiano.

In generale andare da uno sconosciuto a farsi prestare dei soldi è una mossa poco furba per chiunque. Quello che succede spesso è che si firmano delle condizioni con persone che non sono raccomandabili, come strozzini che poi richiedono pagamenti molto superiori a quelli che uno immagina.  Oppure richiedono il versamento di un anticipo per coprire delle presunte spese legali e poi spariscono. Spesso infatti, anche se non esiste solo questo, uno dei meccanismi tipici dietro a queste truffe è proprio quello di ottenere dei soldi dalla vittima giustificandoli come essenziali per ottenere poi il prestito che ovviamente non verrà mai erogato. Perché in realtà non c’è nulla dietro a questa facciata.

L’annuncio però dovrebbe risultare subito sospetto: oltre a non chiedere nessuna garanzia sembra anche palesemente scritto con l’aiuto di google translate. C’è davvero gente che riesce a fidarsi e ci casca?

purtroppo c’è sempre qualcuno che ci casca. A volte la disperazione gioca brutti scherzi e inoltre molta gente, quando si tratta di internet, non ha ancora sviluppato la capacità di riconoscere se una cosa è credibile o meno. Ma si tratta fondamentalmente di buon senso: se ci trovassimo di fronte alla stessa cosa per strada, cioè a uno sconosciuto che arriva e ci dice “hey! ti posso prestare dei soldi, ti faccio un interesse buono” normalmente scapperemmo a gambe levate perché sappiamo che si tratta di una truffa. Eppure quando succede in internet, per qualche strano motivo psicologico, non riusciamo a ragionarci sopra abbastanza per capire che c’è qualcosa che non va.

Ti chiedono indirizzo email e numero di telefono per scambio messaggi su watsApp. Potrebbero infettare il pc con qualche virus o il telefonino, ma sicuramente  lo scopo principale è  convincere la persona a erogare dei soldi e ottenere i suoi dati. Si rischia inoltre di esser tempestati da altre offerte. Rispondendo si manifesta interesse verso questo genere di servizio e quindi poi l’indirizzo mail verrà passato a tutti gli altri colleghi della stessa banda. “Questo è un pollo, ti passo il suo indirizzo e vedi cosa riesci a rifilargli!”

La maggior parte di questi truffatori si trova in un paese diverso da quello della vittima ed è anche questa una scelta intenzionale per rendere più difficili le azioni legali. Quindi una volta che i soldi sono stati spediti non c’è più nulla da fare. Si tratta di truffe intenzionali e organizzate su vasta scala. Chi lavora nel campo delle truffe on line ha un primo livello di base che è quello della manovalanza, cioè gente pagata pochissimo che recluta le potenziali vittime, inizia il primo contatto, gestisce le pubblicità e via dicendo. Quando ha trovato la vittima riscuote la commissione e la passa al livello superiore dell’organizzazione che è quella che poi ottiene il maggiore profitto. È una specie di gestione aziendale se vogliamo, con intenti criminali però e in violazione di buona parte delle leggi esistenti.

Nel caso in cui incappiamo in questi individui sui social cosa bisogna cancellarli e fare la classica segnalazione.