maltese carcere modica“La mortificazione prevale in questo momento”. E’ il commento a caldo del direttore della casa circondariale di Modica Giovanna Maltese, che ha anche diretto realtà più dure come il carcere dell’Ucciardone a Palermo, ma proprio questa non era mai successa. La presunta violenza sessuale, lo spaccio della droga in carcere da parte di due guardie in cambio di rapporti sessuali completi con i detenuti maghrebini è una notizia choc per tutta la comunità.

La direttrice, contattata telefonicamente, è apparsa molto provata, spera solo che la giustizia condanni i due agenti di custodia per quello che hanno fatto, se ci sono ovviamente delle responsabilità.  Devono pagare. La Maltese ha ringraziato anche le Forze dell’ordine per avere fatto luce su questa vicenda orribile di cui “nessuno si era mai accorto”.  I due agenti di guardia facevano turni di sei ore al giorno, uno degli indagati ha continuato a prestare servizio a Modica mentre l’altro a Noto, ma adesso sono agli arresti domiciliari .

“Io credevo e credo nella rieducazione- ha commentato la direttrice- e non ho fatto altro che organizzare corsi formativi al carcere per introdurre i giovani, una volta scontata la pena, nel mondo sociale, del lavoro per toglierli dai vizi e dagli ambienti malsani ed invece i due agenti stavano lavorando nel carcere nel senso opposto. Hanno mandato all’aria i miei progetti educativi, volti al rispetto della dignità del detenuto e a garantire migliori condizioni di vivibilità in carcere”.

Giovanna Maltese è stata sempre premiata simbolicamente per il percorso educativo-professionale adottato nella casa circondariale dove adesso sono detenute solo cinque persone in vista della chiusura della struttura, decisa dal governo.

Viviana Sammito