Di seguito il comunicato di Vito D’Antona (Sinistra Italiana):

«Dopo sedici anni ritorna prepotentemente all’attenzione dell’opinione pubblica la vicenda delle trivellazioni nei territori del Val di Noto.  Con decreto assessoriale del 5 luglio scorso la Regione Siciliana ha espresso formalmente parere favorevole alla procedura relativa alla valutazione di incidenza ambientale, autorizzando di fatto una compagnia petrolifera americana a procedere ad un rilievo geofisico all’interno del permesso di ricerca denominato “Fiume Tellaro”.

E’ naturale che ad una attività di ricerca autorizzata con possibile esito positivo si apre inevitabilmente la strada all’attività di estrazione di idrocarburi.  La vicenda delle trivellazioni nel Val di Noto non è nuova: dopo concessioni rilasciate nel 2003 e ricorsi al Tar, grazie ad una forte, estesa ed unitaria mobilitazione popolare ed istituzionale di carattere eccezionale, furono alla fine sospesi gli interventi estrattivi.  Adesso si ripropone la stessa questione che attiene alla direzione da dare allo sviluppo economico del territorio dove insistono diversi comuni che hanno ottenuto il riconoscimento Unesco e che stanno faticosamente percorrendo la strada della valorizzazione del territorio, dalle bellezze paesaggistiche, all’ampia presenza di testimonianze del passato, alle bellezze architettoniche e monumentali, alla salvaguardia e all’accrescimento di una offerta che ha nell’agroalimentare e nel biologico i suoi punti di forza.




Non è da sottovalutare, inoltre, il pericolo di sversamenti, come quello che da mesi sta interessando contrada Moncillè.  Dopo l’allarme lanciato da Legambiente regionale, si registra la ferma posizione dei comuni di Noto e di Scicli, i cui Sindaci hanno già comunicato di impugnare davanti al Tar il provvedimento regionale.  Sinistra Italiana ritiene che anche il Comune di Modica, la cui area, dal torrente Prainito al torrente Tellesimo, è interessata dalla attività di ricerca, debba assumere, unitamente agli altri comuni del Val di Noto, i cui territori ricadono nell’area di ricerca, le necessarie iniziative politiche ed amministrative, a cominciare dall’impugnare il provvedimento».