Ho scelto di scrivere una lettera aperta al sistema dell’informazione siciliana nella sua interezza – e dunque mi rivolgo a tutti coloro i quali, a qualsiasi titolo e con qualsiasi ruolo e responsabilità, con il loro lavoro contribuiscono in ogni istante a garantire la conoscenza dei fatti elemento indispensabile in ogni Democrazia- perchè la mia sia una riflessione ad alta voce e non uno sfogo o, peggio, un lamento solitario.

Con la consultazione elettorale per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana ormai alle porte, siamo in una delle fasi più delicate ed impegnative per la nostra Regione. E’ il momento in cui il cittadino-elettore (e, si badi bene, non il cittadino-suddito del sistema “malato” dei partiti) deve essere messo nelle condizioni di sapere, conoscere, informarsi. Speculare a questo diritto-esigenza del cittadino e il dovere – ma direi anche l’obbligo – di fornire questa informazione in maniera corretta, completa, esaustiva. Per fare questo e indispensabile dare voce a tutti,consentire che il dibattito non sia limitato alle posizioni dominanti relegando quelle degli “altri” ad un marginale ruolo buono solo, magari, ad evitare di incorrere in qualche sanzione. La Sicilia, forse mai come oggi, ha bisogno di aprirsi ai contributi di tutti, forse mai come oggi il cittadino-elettore ha la necessita di ascoltare i programmi di tutti. Ma questo oggi in Sicilia non sta accadendo. Ovviamente nessuno di noi è talmente sprovveduto da non capire bene che quelle editoriali sono,nella gran parte dei casi, delle aziende economiche che hanno dei conti da far quadrare e delle logiche di lecito profitto da perseguire.

Ma l’attenzione che viene tributata ad alcune forze appare troppe volte strettamente proporzionale agli investimenti pubblicitari. Ed in una logica simile, ovviamente, gruppi come i nostri finiscono con il fare la fine del manzoniano vaso di coccio tra i vasi di ferro.Noi non vogliamo elemosinare spazi, ma reclamare con forza che si guardi al lavoro che stiamo producendo con attenzione e obiettività. Nessuno intende dare lezioni a chicchessia, nessuno vuol mettere in dubbio professionalità ed autonomia di giudizio e di valutazione. Chiediamo però che, in questa delicatissima fase per la vita della nostra Sicilia, la valutazione dei diversi contributi venga fatta in modo oggettivo e sereno ben sapendo che quella che uscirà ad ottobre dalle urne sarà comunque un’Assemblea regionale che avrà bisogno dell’appassionato apporto di tutti i siciliani per avviare un cammino di crescita e di sviluppo che 66 anni di autonomia tradita e negata hanno sin qui impedito.

                                                Mariano Ferro