lucia borsellinoL’assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, ha sostenuto, durante un’audizione all’Assemblea Regionale Siciliana, che “la piccola Nicole si sarebbe potuta salvare se fosse stata portata al pronto soccorso di un ospedale che, per legge, ha l’obbligo di accogliere un codice rosso al di là della disponibilità di posti letto”. Deputati in piedi e applausi quando l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, ha concluso la sua relazione ma qualche indignato c’è stato.  Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia, ha riferito che con un monologo la Borsellino ha voluto impedire ai siciliani di sapere.  <<Purtroppo capiamo che il governo Crocetta ha chiesto di ripiegare in tal senso, impedendo alla Sicilia di conoscere fino in fondo le gravi responsabilità e inadempienze di Palazzo d’Orleans sul servizio sanitario regionale e sulla qualità delle prestazioni ospedaliere offerte ai cittadini. Il presidente Ardizzone, nella sua veste buonista, lo ha consentito”, ha concluso la nota di Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars.

<<Ci è sembrata esaustiva, in Aula ma, nello stesso tempo – sottolinea Nuovo Centro Destra– la descrizione che l’assessore ha fatto, appare esclusivamente teorica: non è la vera organizzazione Sanitaria in Sicilia. E le disfunzioni quotidiane, i casi di malasanità, che si registrano, stanno a dimostrare che siamo lontani da quanto è stato ribadito oggi in Sala d’Ercole. Cioè, uno scollamento fra tutto ciò che è stato detto e l’impatto giornaliero con la realtà”. Pertanto – proseguono i parlamentari di Nuovo Centro Destra –  invitiamo l’assessore a maggiori controlli e a vigilare sulla sicurezza dei ricoveri: aspetto fondamentale della Sanità in genere”.

Di diverso avviso è Baldo Gucciardi, presidente del gruppo PD all’Ars.  “Le parole di Lucia Borsellino pronunziate al Parlamento siciliano hanno fornito un’analisi attenta, utile alla ricostruzione dei fatti e all’accertamento delle responsabilità”.  “Questa vicenda, dolorosissima, non può rimanere impuntita. Di fronte a quello che è successo – aggiunge Gucciardi – era indispensabile una presa di posizione forte da parte del governo e dell’assessorato, e così è stato. Adesso bisogna evitare polemiche strumentali e lavorare tutti nella stessa direzione, per portare avanti il faticoso processo di risanamento finanziario e organizzativo della sanità siciliana”. I carabinieri del Nas di Palermo e Catania stanno indagando sulla gestione dei posti di Unità di terapia intensiva in tutti gli ospedali pubblici siciliani. Nel corso di controlli e verifiche i militari hanno verificato che nella disponibilità dei posti delle unità neonatali (Utin) c’è un prima e un dopo Nicole: prima della morte della piccola era molto difficile per i sanitari del 118 reperire posti quando vi era in corso un’emergenza; dopo il caso della bimba i posti Utin si sono sempre trovati. La domanda è: come mai i posti per la terapie intensiva erano sempre occupati e adesso invece sono liberi? Il Nas sta cercando di capire se i reparti venivano dichiarati pieni per scongiurare gli eventuali tagli che vengono stabiliti dalla Regione siciliana in base alle verifiche sull’utilizzo dei posti letto.

Viviana Sammito