Fino a metà della settimana prossima in provincia di Ragusa non verrà raccolto il secco residuo per la chiusura della discarica Oikos in provincia di Catania. Chiusura attesa già da alcuni mesi dopo il ricorso dei comuni di  Motta Sant’Anastasia e Misterbianco e delle associazioni ambientaliste contro l’ampliamento della discarica che serviva metà Sicilia.

“Che si sarebbe arrivati prima o poi ad un blocco della raccolta del frazione secca dei rifiuti lo si era intuito alcuni mesi dopo quando era stata chiusa la discarica di Lentini.  Eppure non è stato fatto nulla per risolvere un problema che riguarda poco più del 30% dei rifiuti prodotti in provincia. Con il 68% di RD abbiamo circa 40.000 tonnellate di residuo e 15.000 tonnellate di scarti di selezione da smaltire ogni anno. Numeri che potrebbero ridursi sensibilmente se il 50% di materiale riciclabile ancora presente nel residuo secco ( 38% è sostanza organica putrescibile e 12% fra carta e plastica ) fosse recuperato.  Sono i mancati investimenti nella comunicazione agli utenti su come fare bene la raccolta differenziata e gli scarsi controlli sul rifiuto conferito dai cittadini ad aggravare la crisi senza contare l’assenza di un impianto provinciale per il conferimento del rifiuto residuo. La cattiva qualità della raccolta differenziata fa sì che il 28% dell’umido raccolto ritorna in discarica come scarto così come il circa il30% della plastica raccolta.” Queste le dichiarazioni de  I circoli Legambiente Il Carrubo Ragusa, Melograno Modica e  Sikelion Ispica. In una nota congiunta, i tre circoli di Legambiente spiegano ancora:




“Che i miglioramenti in quantità sono possibili lo dimostra la provincia di Trapani che ha raggiunto il 76% di RD nel 2020 contro il 68% nel 2021 della provincia di Ragusa, così come è migliorabile la qualità : la media nazionale di scarto dell’umido è il 5% e quello della plastica il 10%. Ma pur migliorando le prestazioni nella raccolta differenziata ci sarà sempre bisogno di un impianto di smaltimento finale, anche attivando tutti i CCR, i centri del riuso, avviando le prime politiche di riduzione dei rifiuti e mettendo in funzione l’impianto per la

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