scafista 27 agosto 15Erano due le imbarcazioni soccorse giunte a Pozzallo il 25 agosto e quindi sono state fatte due distinte indagini.

Ieri sono state concluse quelle sulla seconda imbarcazione, un gommone con 114 persone a bordo.

Gli scafisti sono due un maggiorenne identificato per N’DOY Mansur, nato a Dakar (Senegal) il 01.01.1995 ed un minore del Gambia M.B. di 17 anni.

I responsabili del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, si associavano con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.

I migranti provenienti da diversi paesi, in parte sono stati ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo ed altri subito trasferiti in centri presenti sulla penisola italiana.

LE INDAGINI

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione, della Guardia Costiera, di un’aliquota di Carabinieri ed una della Guardia di Finanza hanno concluso le indagini sul secondo natante soccorso.

A distanza di poche ore dall’arresto di un tunisino e di un marocchino, la Polizia ha concluso le indagini anche sul gommone tratto in salvo con 114 persone a bordo.

Dalle testimonianze è stato possibile appurare che a condurre il gommone fosse un maggiorenne del Senegal coadiuvato per la rotta da un minorenne del Gambia.

Trascorse diverse ore dallo sbarco i migranti sono restii a parlare perché trovano quella serenità di essere in salvo e vogliono solo dimenticare.

Questa la riposta che danno sempre ai poliziotti della Squadra Mobile “sono stanco voglio solo riposare vi prego fatemi dimenticare”.

Ma con grande impegno e professionalità, avendo inserito nel team di investigatori della Polizia di Stato degli interpreti che pochi mesi fa sono sbarcati così come i migranti che vengono ascoltati quasi ogni giorno a Pozzallo, i giovani passeggeri si determinano a collaborare e descrivono le modalità del viaggio.

I racconti dei migranti provenienti dal centro Africa non si limitano alla traversata via mare, ma prima passano per quella via terra, attraverso il deserto per poi giungere ai capannoni dove vengono stipati prima della partenza.

I libici non si sforzano neanche di mettere il gommone in mare, sono gli stessi migranti che picchiati con bastoni vengono costretti a gonfiare e trasportare il battello in mare dove ci sono già gli scafisti pronti per la partenza. Tutti a bordo a gran velocità, tra colpi di bastone  e minacciati da armi.

Al termine degli interrogatori, è stato possibile raccogliere gravi indizi di colpevolezza, uno tra tutti l’errore commesso dagli scafisti di non gettare in mare un navigatore gps marino che è stato descritto come lo strumento utilizzato dal minorenne e rivenuto al momento del soccorso sul gommone, ovviamente sottoposto a sequestro e studiato dagli uomini della Squadra Mobile.

I giovani centro africani hanno pagato 500 dollari circa cadauno e quindi gli organizzatori ne hanno incassati 60.000.

Al termine degli accertamenti di Polizia Giudiziaria gli scafisti sono stati condotti in carcere, uno a Ragusa ed un altro a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni, a Catania.

I testimoni sono stati ospitati in strutture protette in attesa della loro partecipazione al processo.

LA CATTURA

 Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanna inflitte dell’Autorità Giudiziaria e già passate in giudicato.

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

 Nel 2015 sono 98 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 199 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.