Per ricordare la figura di “Peppino Impastato”, Simone Pacetto insieme a Chiara Provvidenza, Stefano Caruso, Andrea Pitrolo e Tiziano Militello hanno realizzato il brano “La Ballata di Peppino”. Questo descrive la vita del “siciliano” ed il dolore della madre nel vedere questo continuo contrasto tra Peppino e tutti i mafiosi.

Peppino Impastato viene ucciso a Cinisi il 09 Maggio 1978.

Il Video è stato realizzato con scene tratte dal film “Cento Passi”, capolavoro del cinema italiano.

La storia* di Peppino Impastato.

Giuseppe (“Peppino”) Impastato nasce a Cinisi (Palermo) il 5 gennaio 1948 da Felicia Bartolotta e Luigi Impastato. La sua è una famiglia facente parte del sistema mafioso locale, sistema che lo stesso Peppino tenterà di scardinare nell’arco di tutta la sua breve vita, mediante una temeraria lotta condotta pubblicamente, tramite iniziative politiche e sociali a sostegno della legalità.

Questo suo attivismo contro la mafia lo porta a scontrarsi spesso col padre, fino all’inevitabile allontanamento da casa già da giovanissimo. Nel 1965 fonda “L’idea socialista”, un giornale di denuncia che dopo poco verrà sequestrato, evidentemente in quanto ritenuto “scomodo” per qualche personaggio influente. In quegli anni Peppino Impastato partecipa alle manifestazioni di protesta al fianco dei disoccupati e dei contadini ai quali vengono espropriati terreni per conto di interessi nel settore dell’edilizia, compresi quelli riguardanti la costruzione dell’aeroporto di Palermo, interessi facenti capo al potere mafioso.

Nel 1976 promuove la formazione di un’associazione culturale denominata “Musica e cultura” e un anno dopo fonda “Radio Aut”, un’emittente radiofonica libera dai cui microfoni Peppino opera un’audace azione di denuncia nei confronti dei boss locali, in particolare del capomafia Gaetano Badalamenti, e dei traffici di droga gestiti da questi ultimi grazie al controllo dell’aeroporto di Palermo. I suoi interventi in diretta radiofonica sono sagaci, satirici, sarcastici e non risparmiano nessun mafioso o politico coinvolti.

Nel 1978 Giuseppe “Peppino” Impastato si candida alle elezioni comunali di Cinisi nella lista di Democrazia Proletaria, ma nella notte tra l’8 e il 9 maggio di quello stesso anno viene barbaramente ucciso, legato ai binari ferroviari con una carica di tritolo sotto il suo corpo. Inizialmente, incredibilmente, la stampa e la magistratura lo dipingono come un possibile attentatore rimasto vittima del suo stesso atto terroristico o ipotizzano al massimo un suicidio: purtroppo in Italia avviene anche questo.

Due procedimenti giudiziari nei confronti di Gaetano Badalamenti, accusato di essere il mandante dell’agguato a Peppino Impastato, si concludono con altrettante archiviazioni, nel 1984 e nel 1992. Soltanto nel 2002 la Corte di giustizia italiana condanna Gaetano Badalamenti, detto “Don Tano”, all’ergastolo per l’omicidio di Peppino Impastato. Tano Badalamenti era già stato arrestato in USA nel 1987 e condannato a 45 anni di galera, con l’accusa di essere a capo dei traffici di droga gestiti dalla mafia.

Nei giorni successivi all’assassinio di Giuseppe Impastato i suoi concittadini di Cinisi votano il suo nome e lo eleggono simbolicamente nel consiglio comunale. Oggi centri e associazioni continuano a combattere la mafia in suo nome e ci sono istituti e luoghi pubblici intitolati a lui: per fortuna l’Italia è anche questo.

*(tratta da: http://peppinoimpastato.beccogiallo.net/)