Ieri mattina, 23 ottobre 2012, di fronte il litorale di Donnalucata, l’equipaggio imbarcato sulla motovedetta CP 304 della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Pozzallo è stato costantemente impegnato ed ha dovuto affrontare, contemporaneamente, due diverse emergenze verificatesi entrambe a pochi minuti di distanza l’una dall’altra. Prima l’allarme lanciato da un diportista a bordo di una unità con il motore in avaria che non riusciva più a governare ed era rimasto in balia del moto ondoso e della corrente presente in zona e, subito dopo, un’ulteriore emergenza relativa alla probabile scomparsa di un subacqueo sportivo che non era più stato ritrovato dal compagno d’immersioni.

Nel primo caso, l’immediato intervento della motovedetta SAR 304 (Search and Rescue) della Guardia Costiera di Pozzallo, ha consentito di individuare con tempestività l’unità da diporto in avaria, impedendo alla stessa di incagliarsi su bassi fondali trascinata dalla forte corrente presente in zona o, peggio, di subire danni allo scafo ed affondare o rovesciarsi in mare, pertanto, una volta affiancato il predetto mezzo navale la motovedetta CP 304 ha assistito il diportista in difficoltà fino al rientro in sicurezza nel porticciolo di Donnalucata.

Poco dopo aver terminato il suddetto intervento l’equipaggio della predetta motovedetta – a seguito dell’allarme lanciato dal compagno d’immersioni che non riusciva più a trovare in superficie l’amico con cui aveva effettuato l’esplorazione subacquea – ha iniziato le ricerche di un presunto subacqueo sportivo disperso sempre in prossimità della zona di mare distante circa 1,5 miglia dal litorale di Donnalucata.

Inoltre, per velocizzare le ricerche anche sottocosta, un militare di questa Capitaneria di Porto imbarcava sul gommone pneumatico utilizzato dai due sub ed, insieme all’autore della segnalazione, iniziava ad effettuare una verifica nelle zone di mare dove erano state effettuate le immersioni.

Dopo circa 10 minuti di ricerche, grazie alla perizia marinaresca ed all’esperienza del militare imbarcato sul gommone privato, veniva appunto avvistato il subacqueo in difficoltà che, oramai stremato e privo di forze, stava cercando di raggiungere a nuoto la riva, dopo essere stato trascinato per molto tempo lontano dalla zona d’immersione da un grosso pesce catturato con l’arpione.

Individuato il subacqueo in difficoltà, lo stesso veniva immediatamente fatto salire sul gommone privato e riportato sano e salvo a terra, scongiurando così il pericolo corso dallo stesso che era oramai arrivato al limite della resistenza fisica.

Anche in questo caso, gli interventi di soccorso effettuati rappresentano l’occasione per ricordare a tutti i diportisti, prima di uscire in mare, di controllare attentamente e meticolosamente tutte le dotazioni ed il corretto funzionamento delle attrezzature e degli apparecchi installati a bordo dell’unità, proprio per evitare improvvise od inaspettate avarie nel corso della navigazione, che, in caso di maltempo, potrebbero anche comportare pericoli per la sicurezza del mezzo nautico condotto e delle persone imbarcate mentre, ai subacquei sportivi, di rispettare le più essenziali norme di sicurezza con particolare riferimento alla segnalazione della loro presenza in mare, unitamene all’accortezza di effettuare immersioni sempre in compagnia di altre persone che, come nel caso di specie, in caso di difficoltà possono fornire utili informazioni per la sicurezza e la salvaguardia della vita umana in mare.