Dall’1 maggio, se il Ministero della Salute non deciderà diversamente, non sarà più imposto di indossare la mascherina in tutte le strutture sanitarie, ospedali, ambulatori e studi medici. Il governo Meloni ha prorogato l’obbligo a fine mese e, a meno di 2 settimane dalla scadenza, si riflette sull’opportunità di mantenerlo.

Fra le ipotesi sul tavolo c’è anche quella di lasciare la scelta ai direttori generali. Intanto il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha invitato di recente a non avere un approccio “ideologico” e gli esperti, anche se sembrano divisi, sono concordi sull’importanza di lasciare la protezione nelle zone dove ci sono i pazienti più fragili.




“Ritengo che l’obbligo di mascherina in ospedale e negli ambienti sanitari vada mantenuto ovunque. In subordine, in ambito ospedaliero l’obbligo potrebbe essere circoscritto solo a reparti dove sono ricoverati pazienti fragili, immunodepressi e a rischio di infezioni. E in altri contesti, ad esempio ambulatori affollati con lunghe attese, per contenere la circolazione di patogeni, in particolare durante la stagione influenzale”, spiega Nino Cartabellotta, presidente di Fondazione Gimbe.