Salvo PalazzoloNel 2010 l’ex presidente della Repubblica, Cossiga, poco prima di morire fece un’inquietante telefonata in casa Borsellino. “Mi disse – racconta Agnese Borsellino – Via d’Amelio è stata da colpo di Stato. E mise giù il telefono. Un mese dopo, Cossiga morì. Cosa volesse dirmi esattamente con quelle parole non lo so. Però, la voce di Cossiga non la dimenticherò mai. Evidentemente, voleva togliersi un peso”. Si è parlato di mafia, di segreti di Stato, di corrotti il 6 Agosto a Scicli col giornalista di “Repubblica” Salvo Palazzolo (nella foto), che col PM Nino Di Matteo ha scritto “Collusi. Perché politici, uomini delle istituzioni e manager continuano a trattare con la mafia” (Rizzoli).

L’incontro – che fa parte delle “Conversazioni a Scicli” organizzate dal “Brancati”, memori del seminario del 1996 col giudice Antonino Caponnetto, Don Luigi Ciotti e Rita Borsellino – è servito a far riflettere sull’Italia, sulla Sicilia e sulla Scicli di questi anni.

Si è infatti discusso dei documenti di Dalla Chiesa fatti sparire, delle memorie dei pc di Falcone cancellate, dell’Agenda Rossa di Borsellino fatta scomparire. Si è parlato del mancato arresto di Matteo Messina Denaro, latitante da 22 anni. Della mafia dei colletti bianchi, dei “facinorosi della classe media” di cui Franchetti parlava già nell’Ottocento. Dei motivi per cui mafia e Stato si cercano reciprocamente. Della difficoltà delle indagini sul potere, sul Palazzo.

Ora sono gli imprenditori a cercare i mafiosi, perché “perché il mafioso risolve tutto, presto e bene”, come il Wolf di “Pulp fiction”. E ciò avviene in tutta Italia, come dimostrato dalle tangenti del Mose, dell’Expo, da Mafia Capitale. E bisogna pure dire che all’antimafia  fatta seriamente si contrappone l’antimafia di facciata

Il PM Nino Di Matteo suggerisce però gli spunti di riforma contro corruzione e criminalità organizzata: il miglioramento della prescrizione; le attenuanti per chi collabora con la giustizia; l’agente provocatore; l’introduzione del reato di riciclaggio; il ripristino del falso in bilancio; l’aumento delle pene per la corruzione, etc… Peccato che i legislatori non sembrino molto interessati.

Ricco e di alto livello il dibattito suscitato.

 

Le “Conversazioni in Sicilia” si concluderanno Mercoledì 12 Agosto alle 21.30 (sempre nel cortile del Carpentieri di Scicli) con la scrittrice Cristina Cassar Scalia, autrice del romanzo “Le stanze dello scirocco” (Sperling & Kupfer).

Cristina Cassar Scalia è nata nel 1977 ed è di Noto. Medico chirurgo specialista in oftalmologia, vive e lavora a Catania. Il suo primo romanzo, La seconda estate (2014), è stato insignito del Premio Internazionale Capalbio ed è stato tradotto in Francia.

Per Le stanze dello scirocco (2015) l’autrice ha scelto come teatro la sua terra, la Sicilia: è il 1968 quando il notaio Saglimbeni decide di tornare in Sicilia con la famiglia, dopo una lunga assenza.

Vittoria, la figlia più giovane, indipendente e contestatrice ma legata al padre, non ha potuto che assecondare il suo desiderio e trasferirsi in quella terra sconosciuta che da sempre lui le ha insegnato ad amare.

Per Vicki, cresciuta a Roma e appassionata di fotografia e di auto da corsa, a Montuoro, l’impatto con una società conservatrice, ai suoi occhi maschilista, formale e schiava dei pregiudizi, è destabilizzante…