Nella giornata odierna, alle prime luci dell’alba, sono state notificate 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di:

  • Ø CULTRONE Salvatore, 43 enne vittoriese, incensurato;
  • Ø PULINO Paolo, 49 enne vittoriese, pregiudicato;
  • Ø SALLEMI Roberto, 35 enne vittoriese, pregiudicato;
  • Ø SULSENTI Salvatore, 40 enne vittoriese, pregiudicato;
  • Ø MANGIONE Calogero, 38 enne vittoriese, incensurato;
  • Ø GUARDABASSO Salvatore, 44 enne vittoriese, incensurato;

ed inoltre:

  • Ø SALLEMI Elio, 44 enne vittoriese, incensurato, obbligo di dimora nel comune di residenza;

Tutti ritenuti responsabili di numerosi furti continuati aggravati in concorso e ricettazione.

PETRALIA-CARMELO-PROCURATORE-150x118I provvedimenti emessi dal GIP del Tribunale di Ragusa, dott. Andrea Reale,  riguardano una complessa ed articolata attività d’indagine, avviata nel settembre del 2012 e conclusasi a marzo 2013,  coordinata dal Procuratore della Repubblica di Ragusa, dott. Carmelo Petralia, e dai sostituti dott.ssa Federica Messina e dott. Marco Rota e condotta dal Nucleo Investigativo Provinciale dei Carabinieri, dalla Tenenza della G.d.F di Vittoria e dal Commissariato P.S. di Vittoria.

L’attività investigativa traeva origine da una pregressa investigazione nell’ambito di un precedente procedimento penale che portava all’esecuzione, nell’agosto scorso, dell’operazione “CLEPTO” dei Carabinieri del Comando Provinciale di Ragusa con l’esecuzione di altre 6 O.C.C. in carcere, ed in particolare, l’incipit  era un’intercettazione ambientale veicolare all’interno della quale alcuni indagati commentavano il furto di un ingente quantitativo di gasolio perpetrato da un’altra “squadra”.

Le successive attività investigative permettevano di acclarare l’esistenza di un gruppo criminale  da tempo attivo nel territorio della provincia di Ragusa, specializzato, in particolare, nella programmazione e realizzazione di furti presso depositi di gasolio, aziende agricole, artigianali ed industriali. Contestualmente veniva, altresì, delineato il  modus operandi  della “banda”, il che consentiva di individuare anzitutto la base logistica del gruppo, i mezzi utilizzati per compiere i colpi, oltre che accertare la frequenza ed assiduità dei contatti intrattenuti tra gli indagati, i ruoli ricoperti ed i compiti affidati a ciascuno dei partecipi, le tecniche utilizzate in occasione della realizzazione dei furti per eludere la vigilanza del territorio da parte delle FF.OO.

Il nocciolo duro del gruppo era rappresentato dai 6 arrestati che fra loro si distribuivano i compiti senza che alcuno di essi assumesse la qualità del capo. Il modus operandi era da veri professionisti.

I furti venivano perpetrati su tutto il territorio della provincia iblea. In particolare, sono circa una ventina complessivamente quelli scoperti a riscontro dell’attività d’indagine e perpetrati nei Comuni di Ragusa, Scicli (frazione Donnalucata), Chiaramonte Gulfi, S. Croce Camerina e Vittoria, per un danno complessivo che si aggira sulle svariate migliaia di euro: venivano presi di mira depositi di carburante dove venivano trafugate diverse migliaia di litri di gasolio già pronti per essere rivenduti e utilizzati per il riscaldamento delle serre del vittoriese. Inoltre, venivano altresì presi di mira magazzini di fitofarmaci e nel corso delle scorribande venivano trafugati diversi mezzi agricoli e alcuni trattori.

Per quanto concerne l’esigenza dell’emissione di provvedimenti di custodia cautelare, il GIP di Ragusa evidenzia che tale provvedimento si è reso necessario perché la gravità dei fatti e le specifiche modalità delle condotte contestate, indicative di professionalità nello svolgimento dei furti, rivelano come si tratti di un gruppo di persone che per efficienza operativa appare stabilmente dedito a tale tipo di attività delittuosa. Quanto alla scelta della misura, l’unica idonea alla natura ed al grado delle esigenze cautelari da fronteggiare nel caso concreto, è rappresentata dalla custodia cautelare in carcere, conducendo la pericolosità sociale degli indagati, desumibile dai reati commessi e dai precedenti penali(sono quasi tutti recidivi), ad un giudizio di inadeguatezza delle altre misure coercitive.

Rimangono a piede libero altri 17 coindagati, tra cui pregiudicati e insospettabili commercianti. Si tratta di fiancheggiatori, ricettatori e correi di 2° piano che hanno fornito nel tempo ed a diverso titolo il necessario supporto logistico per consentire al gruppo di mettere a segno i colpi e sbarazzarsi in poco tempo della refurtiva.