Lascia la sua amata Sicilia per tornare al Nord, dove ha vissuto per oltre 10 anni e dove si è formato: Danilo Bonincontro, 37 anni, sciclitano, sabato pomeriggio è atterrato all’aeroporto Marconi di Bologna assieme ad altri 50 infermieri siciliani, pronti a dare una mano ai colleghi che lavorano ininterrottamente da settimane per combattere l’emergenza Covid-19.

Danilo è tra gli infermieri che hanno risposto al bando della Protezione Civile, e così destinati alle Regioni del Nord in emergenza; a bordo dell’ATR 52 della GDF  da Pratica di Mare a Bologna per poi raggiungere in autobus le destinazioni finali: Bergamo, Parma, Piacenza e le altre località con numeri elevati di pazienti colpiti dal Covid-19.




Con loro, allo scalo bolognese erano presenti anche il Ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia, il commissario per il potenziamento delle infrastrutture ospedaliere, Domenico Arcuri, e  Fabio Ciciliano, del dipartimento di Protezione civile nazionale oltre al presidente della Regione, Stefano Bonaccini, l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, e il prefetto di Bologna, Patrizia Impresa.

Gli infermieri si aggiungono ai 16 medici arrivati nei giorni scorsi in Emilia-Romagna e già operativi.

Danilo è stato destinato a Parma. Ieri, domenica, il primo giorno di inserimento in ospedale, oggi il suo primo turno in un nosocomio che è diventato Covid: quasi tutti i reparti sono stati destinati ai pazienti affetti da coronavirus.

Bonincontro ha lasciato il suo reparto di rianimazione di Catania, pronto per questa nuova esperienza: “Ho risposto al bando della Protezione Civile – ci racconta Danilo che abbiamo raggiunto telefonicamente -, in tre giorni sono stato selezionato, cercavano personale con esperienza, hanno ritenuto che il mio curriculum fosse adatto. Qui la situazione è veramente tragica, ho conosciuto colleghi che lavorano da giorni ininterrottamente – afferma ancora l’infermiere sciclitano -. Non c’ho pensato due volte a valutare la richiesta di personale che arriva dalle Regioni del Nord colpite dal virus. Questo è il mio lavoro, questo ho scelto di fare nella vita, e per questo ho vissuto per anni a Milano dove ho maturato i miei primi anni di esperienza. Torno al Nord per aiutare la gente che ha bisogno di noi, spinto dallo spirito di appartenenza e di solidarietà anche  verso i miei colleghi che hanno bisogno in questo momento. A distanza non si ha tanto la consapevolezza di quello che succede, le immagini sono molto forti ma solo quando arrivi e parli con gente che vive la situazione si sente la paura e la pressione. Abbiamo tutti paura, bisogna saperla gestire. Io da anni lavoro in Terapia intensiva e li ti insegnano come gestirla. Vengo da una famiglia di professionisti  che lavora in sanità e sa bene qual è la missione: quella di aiutare le persone” (il papà Gino infermiere che da poche settimane è in pensione, il fratello Alessandro al 118).

Danilo da un mese aveva affittato casa a Catania per non avere contatto con il resto della famiglia, non vive più a Scicli, abita per esigenze di lavoro della moglie a Caltanissetta, ha condiviso questa scelta proprio con la sua giovane compagna di vita, che non senza un pizzico di preoccupazione, l’ha comunque appoggiato.

Gli infermieri negli “ospedali covid” sono sotto stress, lavorano da settimane senza pausa, rimangono anche 12-14 ore in corsia. Ora grazie a Danilo e ai colleghi arrivati dal sud avranno la possibilità di tirare il fiato e poter quindi tornare sul luogo di lavoro con qualche ora di sano riposo in più.