La pratica spregiudicata dell’utilizzo strumentale di un evento luttuoso, al fine di costruire campagne denigratorie all’indirizzo dell’ASP (o, più esattamente, degli attuali vertici aziendali), ci trova in aperto dissenso e ci costringe ad alzare il tono polemico del dialogo con i mezzi di informazione e i rappresentanti politici.

L’Azienda Sanitaria di Ragusa rigetta così, in modo fermo, le accuse esplicite e implicite che sono giunte attraverso la stampa in riferimento all’episodio del pensionato vittima di un grave incidente stradale, celermente soccorso dalla postazione mobile del 118, in quel momento disponibile. Il soccorso è giunto appena 17 minuti dopo la ricezione, da parte della centrale di Catania, della richiesta.

L’arrivo presso il Pronto soccorso di Vittoria, attrezzato per garantire ogni tipo di emergenza (in quanto dispone di anestesisti h24, Ortopedia traumatologia, radiologia con TAC, laboratorio analisi, Centro Trasfusionale, Chirurgia Vascolare, Neurologia, Cardiologia h24, oltre ai reparti di base di medicina, chirurgia e pediatria), è avvenuto appena 8 minuti dopo la presa in carico del paziente. Giova ricordare che il paziente era un soggetto ultraottantenne affetto da un grave politrauma con lesioni incompatibili con la vita (fratture multiple del cranio, emorragia cerebrale, fratture costali multiple). Un quadro clinico inconciliabile con una presa in carico da parte di un ospedale privo dei requisiti di cui sopra.

Quindi, sulle due questioni imputate:
– il soccorso dato al soggetto a Vittoria e non a Comiso
– il soccorso dato dall’ambulanza di Acate e non da una di Comiso,
pur consapevoli di ripetere l’ennesima volta quanto detto, analizzato, approfondito in numerose sedi sulla rimodulazione della rete dell’emergenza, ribadiamo quanto segue:
– il Pronto Soccorso di Comiso non è, né può più essere, una struttura che garantisca l’emergenza a 360 gradi. Il suo non è un declassamento dovuto a una scelta “politica” o campanilistica, come alcuni rappresentanti del settore o alcuni operatori interessati vorrebbero far credere, ma la necessaria riconversione a struttura deputata solo a certi tipi specifici di trattamento – di media e bassa complessità, come previsto dal Piano Regionale di Riordino della Rete dell’Emergenza-.
Sottolineare che 8 km di distanza sono di gran lunga meno di quelli che separano quartieri di una grande città può sembrare irriverente ma rivela una precisa logica organizzativa: non possiamo più sostenere i costi di una sanità ospedaliera “a domicilio”, come da tempo hanno compreso altre realtà regionali sanitarie.

Questa chiave di lettura consente di comprendere come l’anziano comisano, vittima dell’incidente della scorsa settimana, poteva ricevere soccorso adeguato, con tutte le coperture tecniche, procedurali, diagnostiche e terapeutiche, solo se trasportato all’Ospedale di Vittoria.
– Il 118 è un servizio gestito da altro ente. L’ASP non ha competenza in ordine ad eventuali soppressioni o spostamenti. Tuttavia, la notizia riportata non tiene adeguatamente in conto il fatto che il soccorso sia arrivato da Acate perché l’ambulanza di stanza a Comiso era impegnata in altro intervento, non perché l’ambulanza di Comiso sia stata mai soppressa!
Sottolineiamo una volta di più l’inaccettabilità di una campagna aggressiva contro l’Amministrazione dell’ASP, il cui unico obiettivo è quello di fornire risposte efficaci, integrate, di qualità ai bisogni della cittadinanza.