polizia comisoLa Polizia ha individuato un truffatore comisano di 59 anni, grazie ad alcune denunce effettuate dai truffati.

L’uomo prometteva un posto di lavoro in cambio di 150 euro. 

I Fatti:

Nel mese di aprile del 2013 una donna di Comiso aveva denunciato che la figlia, in attesa di occupazione, verso la fine di novembre aveva conosciuto un uomo, il quale si rendeva disponibile per farle trovare un lavoro fisso e stabile con tanto di ingaggio. Le riprometteva di farla assumere in un discount che era prossimo all’apertura a Vittoria.

La ragazza, entusiasta dell’offerta, quasi incredula, chiedeva al suo interlocutore cosa dovesse fare per poter essere assunta presso quel supermercato. Lo stesso riferiva che servivano le fotocopie della Carta d’Identità e del codice fiscale e anche la somma di 150 euro che sarebbero servite per marche da bollo e quant’altro.

L’uomo, inoltre, assicurando la conoscenza del titolare di questo nuovo discount, le prometteva la sicura assunzione.

La giovane, tornata a casa, ha chiesto alla famiglia la somma, convinta che presto avrebbe iniziato a lavorare, magari i primi di dicembre, al supermercato. Avendo, nel contempo, scoperto che l’uomo conosciuto dalla figlia era un lontano parente, i genitori davano alla ragazza i soldi per consegnarli al richiedente. Dopo l’apertura del discount, avvenuta a dicembre, nessuno ha però contattato la ragazza.

Altri identici episodi sono stati denunciati alla Polizia di Stato a giugno quando altre tre donne in Commissariato segnalavano che nel mese di maggio avevano saputo che c’era la possibilità di essere assunte presso un supermercato. Le donne avevano appreso la notizia da un tale che avevano conosciuto per contatti di lavoro.

Interessate dalla situazione, le tre contattavano telefonicamente il presunto mediatore dimostrandosi interessate per il lavoro proposto; questi le aveva invitate a raggiungerle la sera dello stesso giorno, fissando un appuntamento.

Quella sera l’uomo chiedeva la documentazione necessaria: il curriculum vitae, la copia della carta d’identità; del codice fiscale e 100 euro per ogni persona.

Le donne parlando tra loro venivano a sapere anche che un’altra ragazza per la stessa situazione aveva consegnato 150 euro.

Dopo circa una settimana, il “mediatore” aveva richiesto un’ulteriore somma di 30 euro ad ognuna delle donne, a suo dire, occorrenti per l’acquisto delle divise e due foto tessera per il tesserino.

Altro fatto ricostruito dagli uomini della Polizia di Stato lo scorso 17 settembre quando, si presentava in Polizia un ragazzo il quale riconosceva che, come tante altre persone, era stato truffato anche lui dallo stesso uomo nel mese di dicembre 2013.

In quella circostanza si era incontrato poco prima con la persona indagata, la quale gli aveva detto che era nella possibilità di inserire lavorativamente persone presso alcuni supermercati della zona. Pertanto aveva provveduto a consegnargli la copia dei documenti utili per l’ammissione e la somma di 150 euro.

Essendo al momento disperato per aver perso il lavoro l’uomo confidava nella situazione e il 24 dicembre sperava di aver ricevuto un vero regalo di Natale considerato anche il suo bisogno per la presenza di un bimbo appena nato in casa.

Già in quella occasione il truffatore garantiva che sarebbe stato assunto qualche giorno dopo, perché gli esercizi commerciali avevano urgente bisogno di personale durante le feste.

Il 28 dicembre scorso il delinquente, avendo capito il disperato bisogno del papà lo aveva contattato telefonicamente e gli aveva riferito che una banconota, ed esattamente la banconota da 100 euro, che gli aveva dato quattro giorni prima era falsa. Quindi lo invitava a riportargli altri 100 euro senza però restituirgli la precedente.

Da quel momento si sono susseguiti solo messaggi telefonici nei quali il truffatore invitava l’uomo a pazientare, per giunta, riferendogli che mai avrebbe levato “il latte di bocca ad un bambino”.

Ovviamente sino ad oggi nessuno di loro ha potuto essere assunto in nessuno degli ipermercati della zona.