bapr pedalino polizia rapinaLa Polizia di Stato – Squadra Mobile e Commissariato di Comiso – ha eseguito la misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Ragusa su richiesta della Procura della Repubblica, a carico di Salvatore Barrera, nato a Comiso, 35 anni, Mario Benenati, nato a Vittoria, 35 anni e Angelo Ventura, nato a Vittoria, 32 anni, tutti residenti a Vittoria, per i reati di tentata rapina aggravata.

Alle 15.30 del 6 settembre scorso, la Volante del Commissariato di P.S. di Comiso e personale in borghese della Squadra Mobile sono intervenuti presso la succursale della B.A.P.R. di Pedalino in quanto era appena stata tentata una rapina da due uomini armati di taglierino, entrambi con il volto travisato.

Dai primi accertamenti emergeva che i due erano poi fuggiti a bordo di un’auto condotta da un terzo soggetto.

I due rapinatori, una volta all’interno dell’Istituto bancario, in rapida successione ed impugnando, uno un taglierino e l’altro una lama, avevano minacciato gli impiegati senza però riuscire nell’intento di prelevare il denaro contenuto nelle casse a seguito della presenza di un temporizzatore, che permetteva l’apertura solo previa operazione bancaria.

L’auto veniva ripresa dalle telecamere cittadine ed alcune testimonianze erano utili per l’indicazione del modello e del colore.

Proprio la mattina della rapina, un Ufficiale di Polizia della Squadra Mobile aveva notato, mentre si recava a lavoro, un gruppo di pregiudicati vittoriesi a Ragusa presso l’officina di un pluripregiudicato. Dopo un’attenta osservazione, i pregiudicati, avendo riconosciuto il poliziotto si allontanavano. Il poliziotto, aveva comunque notato la macchina ivi parcheggiata, identica per colore e modello a quella utilizzata per commettere il delitto.

Da immediati accertamenti presso l’officina, si apprendeva che il proprietario della macchina, un dipendente dell’officina, fosse assente perché gli avevano rubato l’auto e stava presentando denuncia presso un ufficio di Polizia.

La strana coincidenza faceva convergere gli investigatori sul gruppo di criminali che quella mattina era stato visto proprio presso l’officina del denunciante.

Accompagnato presso gli uffici della Squadra Mobile di Ragusa, il proprietario dell’auto, dopo un prima reticenza, iniziava a fornire alcune informazioni, per altro prive di un senso logico.

Dopo le prime contraddizioni, veniva invitato a non continuare a riferire falsità e dichiarare quanto realmente accaduto.

Davanti all’evidenza dei fatti, il proprietario dell’auto ammetteva di averla prestata ai tre soggetti oggi arrestati, ma di non sapere nulla rispetto ai fatti reato commessi e che proprio loro, gli avevano suggerito di fare denuncia di furto del veicolo per dimostrare la sua estraneità.

Dopo ore di interrogatorio, reso edotto del reato di favoreggiamento personale, qualora non avesse collaborato con la Polizia di Stato, il giovane riferiva a chi avesse prestato l’auto.

Mentre Ventura e Barrera, immediatamente ricercati dagli uomini della Squadra Mobile e del Commissariato di Comiso, ammettevano le proprie responsabilità, rilasciando una piena confessione, Benenati asseriva di non aver commesso nulla e di non essere mai stato presente insieme agli altri complici.

Le ricerche di impianti di video sorveglianza permettevano di riscostruire ogni dettaglio dei propositi criminali dei 3 complici.

Benenati, pluripregiudicato ed in atto sottoposto alla misura della Sorveglianza Speciale proprio per la sua pericolosità criminale, insieme a Ventura, anch’egli pregiudicato per rapine e Barrera, altro soggetto pericoloso per il suo trascorso criminale, decidevano di prendere l’auto del ragazzo che lavorava presso l’officina meccanica e andare a consumare una rapina ai danni di un ufficio postale di Ragusa. Il proposito criminoso non aveva seguito perché quella mattina c’era troppa gente all’interno della posta, pertanto decidevano di spostarsi presso la sede della Banca Agricola di Pedalino, in quanto solitamente poco frequentata.

Prima di perpetrare la tentata rapina, Benenati, che si dichiarava estraneo ai fatti, veniva immortalato dalle immagini di video sorveglianza mentre comprava un paio di occhiali da sole da donna ed una parrucca, tutti poi rinvenuti e sequestrati in quanto utilizzati per compiere il reato.

Considerate le attività d’indagine espletate e la piena confessione di Barrera e Ventura, gli investigatori redigevano un’articolata informativa di reato che veniva valutata positivamente, tanto che la Procura della Repubblica di Ragusa chiedeva ed otteneva la misura cautelare a carico dei tre. Il GIP, considerata la confessione dei due, applicava la misura degli arresti domiciliari, mentre per Benenati la custodia in carcere.

La Polizia di Stato, nell’eseguire la misura cautelare, catturava subito Barrera e notificava a Ventura il provvedimento presso il carcere (ove era detenuto per altra causa), difatti appena terminerà la pena, dovrà andare ai domiciliari in regime di custodia cautelare.

Benenati, subito dopo la rapina, si era reso irreperibile in quanto conscio della sua responsabilità e della piena confessione dei correi. Il pericoloso criminale, con il probabile aiuto della famiglia, cambiava dimora continuamente, eludendo le ricerche.

Gli uomini della Squadra Mobile e del Commissariato di Comiso, con la collaborazione del Commissariato di Vittoria, hanno adottato la strategia di creare attorno al latitante terra bruciata, così da far perdere ogni appoggio della famiglia. Dopo diverse perquisizioni a tutte le ore del giorno e della notte a casa dei familiari a Vittoria, il ricercato si costituiva e veniva associato presso il carcere di Ragusa. Il criminale era anche destinatario di un ordine di esecuzione pena per reati commessi e per i quali era stato condannato. Il provvedimento in carico al Commissariato di Vittoria veniva eseguito pertanto il soggetto si trova ristretto per i due motivi.