“Sentiamo l’impellente esigenza di ricorrere a lei, perché faccia con urgenza chiarezza sulle notizie comparse in queste ultime ore sugli organi di stampa circa le richieste tese al riconoscimento di un bonus ai dipendenti della Regione Sicilia, utile a ripagare il carico di lavoro straordinario discendente dalle pratiche di Cassa integrazione in deroga pari a dieci euro per pratica analizzata. Queste, a tenore delle notizie divulgate dalla stampa, infatti, apparirebbero essere le proposte pervenute al tavolo del capodipartimento Lavoro, dott. Vindigni, che apprendiamo aver rassegnato dimissioni, da parte dei sindacati di categoria dei lavoratori regionali impegnati nell’esame e inoltro all’Inps delle pratiche Cigd”.




E’ questo il testo della lettera aperta che il coordinamento siciliano dell’Associazione nazionale commercialisti, di cui fa parte integrante Anc Ragusa, ha inviato al governatore Musumeci. “Non sta certamente a noi – prosegue il documento – sindacare su eventuali revisioni del Ccnl dei lavoratori dipendenti della Regione Siciliana, ma oggi desideriamo chiarezza e trasparenza circa la fondatezza della notizia apparsa e, ove lo fosse, chiediamo un suo deciso intervento teso ad interrompere qualsiasi trattativa inaccettabile agli occhi dei cittadini siciliani, dei datori di lavoro che agli ammortizzatori sociali hanno dovuto fare ricorso e ancora di più di tutti i lavoratori in Cassa integrazione in deroga che per circa due mesi hanno pazientemente atteso il completamento delle procedure e l’erogazione delle somme. Questa notizia infatti appare come una beffa inaccettabile in spregio alle famiglie prive di sostentamento derivante dal nobile lavoro. Le assicuriamo, onorevole presidente, che il divario economico fra le diverse categorie di lavoratori siciliani è notevole, ma che simili informazioni concorrono a determinare un distacco ben più grave che genera costernazione, rabbia e mortificazione negli animi dei lavoratori delle aziende private e dei commercialisti siciliani che laboriosamente hanno operato”.

“Le aziende ed i loro lavoratori – dice ancora il coordinamento siciliano Anc – sono state, e saranno, assistite dai commercialisti con impegno e dedizione totale, fatta di notti insonni, domeniche e giornate festive donate con professionalità e, ce lo consenta, col cuore a fronte di un impegno che non è mai unicamente disceso da un incarico professionale ma da un senso di dovere morale. Oggi gli stessi commercialisti siciliani sono basiti e sconcertati nell’apprendere che il carico di lavoro cui sono sottoposti i dipendenti della Regione Sicilia possa essere barattato con un bonus per pratica evasa. E ancora, sembrerebbe anche ventilato un imbuto del sistema informatico, ma ci rifiutiamo di credere che un qualsiasi ulteriore riconoscimento economico – sia esso pari a 10 euro a pratica, o alla corresponsione di eventuali straordinari – provvederà alla soluzione poiché esso stesso non può essere la soluzione. Non c’è alcuna nota polemica nelle nostre parole ma è altrettanto vero che le notizie, anche solo ventilate, quando non in chiaro affermate dalle più note testate giornalistiche, mostrano una sconcertante quanto dolorosa realtà tesa a cavalcare un momento assai drammatico per il paese e per la comunità regionale siciliana volta a spingere l’acceleratore su richieste forse giacenti da un tempo che a noi non è dato conoscere e sul quale non desideriamo in questa sede indagare”.




“Chiediamo, dunque, di intervenire – prosegue la lettera aperta – per mettere definitivamente a tacere ogni e qualsiasi pretesa economica in ordine al compimento di un dovere da assolvere piuttosto con spirito di servizio al pari di quello reso dai commercialisti siciliani e dei professionisti tutti impegnati sul fronte dell’emergenza. Se siamo le parti opposte di una medesima medaglia facciamo sì che questa medaglia si possa riconoscere unica e operiamo tutti fattivamente e con buonsenso poiché questo è oggi ciò che aneliamo per poter essere davvero utili al paese ed alla nostra amata regione in questo tempo di Covid e nel futuro processo di ricostruzione del tessuto imprenditoriale ed economico. Oggi è il tempo del sacrificio. Per le richieste a qualsiasi titolo ci sarà altro tempo ma per salvare la nostra regione dalla desertificazione ed i lavoratori del settore privato e le famiglie dalla totale indigenza il tempo è ormai scaduto da un pezzo”.