Da La Sicilia del 23 agosto

di Carmelo Riccotti La Rocca




Insediatasi un anno fa, la “Commissione specialistica per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale” (CTS), presieduta dal sociologo Aurelio Angelini, ha espletato in 12 mesi oltre 360 pratiche. Dall’agosto 2019 i 30 componenti, 24 dei quali di nuova nomina, individuati tra docenti universitari e tecnici di altissimo profilo, si sono trovati ad istruire centinaia di istanze, pubbliche e private, alcune delle quali risalenti al 2010. Vicepresidente della Commissione è l’avvocato Xavier Santiapichi che, tra gli altri importanti incarichi ricoperti, ha fatto parte della commissione nazionale V.I.A. e V.A.S. presso il Ministero dell’Ambiente.

«In linea con le indicazioni dell’Assessore Cordaro e del Presidente Musumeci – esordisce Santiapichi – Cts ha sempre affrontato prioritariamente gli interventi presentati dai soggetti pubblici, Commissario per il dissesto idrogeologico, Protezione Civile, Genio Civile, Dipartimento regionale dei rifiuti e, in generale, ha valutato in tempi brevissimi tutti gli interventi funzionali alla spesa di somme pubbliche. Recentemente abbiamo curato alcune istruttorie di Valutazione di Incidenza esitandole in pochi giorni, come richiesto dagli enti proponenti (ricordo tra gli ultimi il Comune di Sambuca di Sicilia per un Parco pubblico, quello di Ragusa per una via ciclabile ed altri ancora), per garantire l’accesso a fondi comunitari».




Tanto lavoro, ma soprattutto tanto arretrato…. 

«In 12 mesi abbiamo lavorato circa 360 pratiche, molte delle quali ferme inspiegabilmente da anni in assessorato. Un investimento non può aspettare 10 anni una valutazione, sia essa positiva o negativa»

Avete detto no a tante discariche presentate sotto forma di impianti di recupero, un trucchetto che ancora si usa spesso 

«Personalmente mi auguro che sia un fenomeno in via di estinzione, devo dire però che i primi sei mesi di attività ci hanno caratterizzato per aver utilizzato più il bastone che la carota, per far capire, non tanto agli imprenditori, ma ai tecnici, che i livelli dei progetti che presentavano non erano sufficienti e che ci saremmo comunque accorti che dietro questi progetti si nascondeva dell’altro».

A cosa si riferisce? 

«Mi riferisco ad esempio al fatto che si chiedono le autorizzazioni per cavare, ma in realtà i progetti sono funzionali a realizzare delle discariche. Queste sono operazioni che ovviamente abbiamo bloccato. Non poteva essere altrimenti»

Può fare esempi concreti? 

«Non sarebbe carino….»

Insomma, le discariche continuano a rappresentare il business preferito nell’ambito dei rifiuti 

«Punterei a distinguere la volontà della politica dalla situazione effettiva;

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