Il circolo di Legambiente “A Valata” di Pozzallo si autoscioglie perché in netto disaccordo con le posizioni dell’Associazione ambientalista sulla vicenda dell’impianto di biometano autorizzato in contrada Zimmardo-Bellamagna. Si tratta di una decisione drastica, che trova rari esempi su scala nazionale, sicuramente sofferta, ma che dà la misura esatta dei timori dell’intera comunità pozzallese rispetto all’autorizzazione data dal Suap di Modica alla “Biometano Ibleo” per la realizzazione dell’impianto alle porte della città marinara. Nelle settimane scorse, seppur i vertici del locale circolo di Legambiente avessero sin dall’inizio manifestato perplessità sull’impianto e nonostante le sollecitazioni, se non provocazioni, arrivate da più parti sulla mancata chiara esposizione delle proprie idee, i rappresentati del circolo “A Valata” si sono sempre presentati in pubblico con discrezione, cercando di mediare tra le posizioni della comunità pozzallese e la sezione regionale di Legambiente, favorevole all’iniziativa della “Biometano Ibleo”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, sembra essere stata rappresentata dall’incontro tra i vertici provinciali e regionali dell’associazione ambientalista con i referenti dell’azienda che ha proposto l’impianto. Legambiente, è stata l’accusa, preferisce incontrare gli imprenditori e non i cittadini.

“Il coraggio della Legambiente pozzallese – scrive l’ex sindacalista Giovanni Avola- chiude un cerchio”.




“Pur comprendendo e ribadendo l’importanza dell’utilizzo di fonti energetiche alternative, il loro sviluppo e la loro incentivazione- si legge invece nella nota inviata dagli ex soci del circolo pozzallese di Legambiente-  siamo tuttavia convinti che l’installazione di un impianto di tal genere non possa ignorare l’eventuale impatto, e non solo visivo, che esso provocherebbe laddove ubicato. Per questo riteniamo quantomeno inopportuna la realizzazione di un impianto di biogas, come quello in questione, in prossimità di un nucleo abitativo di 20mila abitanti, peraltro in una zona residenziale e turistica che potrebbe essere fortemente penalizzata da eventuali problemi di malfunzionamento e/o cattiva manutenzione. Quel complesso, nella migliore delle ipotesi lascerebbe una vistosa ed indelebile cicatrice nel paesaggio circostante. Siamo altresì convinti che tra i compiti e le missioni di una associazione ambientalista vi sia anche quello di tener conto delle giuste e motivate istanze che provengono dai cittadini che essa stessa intende tutelare e rappresentare, senza per questo lasciarsi suggestionare o influenzare dal clima dominante o da comode ed opportunistiche prese di posizione. Tra i componenti del circolo c’è chi, da sempre, è abituato a combattere e lottare controcorrente, incurante del fatto di essere in netta minoranza e per questo pronto anche a pagare di persona e subire boicottaggio ed isolamento, a livello umano e professionale. La delocalizzazione dell’impianto rimane prioritaria e fondamentale per i soci e per il direttivo del circolo “a valata”. La decisione dello scioglimento del circolo è stata presa all’unanimità dai soci.