Il Tribunale per il Riesame di Catania ha rimesso in libertà due degli indagati nell’operazione “Plastic Free”, eseguita dalla Squadra Mobile di Catania e Ragusa.

Tornano liberi i vittoriesi Andrea Marcellino e Francesco Farruggia.

Su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato (Squadre Mobili di Catania e Ragusa) aveva eseguito 20 giorni fa, 15 ordinanze di custodia cautelare e 5 sequestri preventivi di azienda nel settore del riciclo plastiche (da qui il nome dell’operazione “Plastic free”).

Il provvedimento, disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari di Catania, ha permesso di disarticolare un’associazione per delinquere di stampo mafioso denominata “stidda”. Tra i reati contestati ai soggetti colpiti dal provvedimento rientrano l’estorsione pluriaggravata, l’illecita concorrenza con minaccia, le lesioni aggravate, la ricettazione, la detenzione ed il porto di armi da sparo, il danneggiamento seguito da incendio, il traffico illecito di rifiuti aggravato.

Le indagini delegate dalla Procura Distrettuale di Catania hanno avuto origine nel 2014 a seguito di un sequestro, operato a Roma da quella Squadra Mobile, di calzature contenenti materiali nocivi per la salute. Veniva ipotizzata l’esistenza di un’organizzazione dedita al traffico di rifiuti plastici, acquisiti da imprese di raccolta e stoccaggioaventi sede nelle province di Ragusa e Catania ed esportati in Cina, ove gli stessi venivano utilizzatiper la fabbricazione di scarpe, poi importate in Italia e commercializzate pur contenendo sostanze tossiche. Nell’ipotesi investigativa, le materie plastiche di scarto — provenienti dal territorio ibleo –venivano recuperate prevalentemente dai teloni di copertura degli impianti serricoli del vittoriese, e risultavano inquinate da agenti altamente tossici (fitofarmaci e pesticidi).

Veniva così avviata una complessa ed articolata attività di indagine, svolta dalla Squadra Mobile di Catania e di Ragusa con il coordinamento del S.C.O. della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, dalla quale emergeva che le principali imprese vittoriesi attive nel settore della raccolta e trasformazione di rifiuti plastici si approvvigionavano dei teli di copertura periodicamente dismessi dalle serre presenti nel territorio ricompreso fra le provincie di Ragusa, Siracusa e Caltanissetta. Si accertavano altresì attritie contrapposizioni tra gli interessati durante il periodo di dismissione dei teli di copertura delle serre, anche in virtù del rilevantevalore economico del settore, pari a svariati milioni di euro all’anno. Di conseguenza vi era una forte concorrenza tra le aziende che si occupavano della raccolta della plastica, le quali cercavano di ottenere il monopolio, anche attraverso il ricorso all’intimidazione mafiosa.