lavoro neroScoperto lavoro nero con un’indagine della polizia di Vittoria che ha scoperto ventiquattro braccianti che lavoravano in nero in aziende agricole nelle contrade Rinelli e Salmè di Vittoria. Sono state emesse sanzioni per 31.000 euro ed è stata  sospesa l’attività imprenditoriale per le due aziende.

Venivano caricati in auto, anche nel bagagliaio delle station wagon dai loro padroni, quando superavano le 5 unità, venivano condotti nelle serre, nelle contrade Rinelli e Salmè, a Vittoria, e usati per lavorare la terra. In nero. Sono immigrati, 8 africani sub sahariani e 16 rumeni, liberati dalla tratta dai proprietari terrieri dalla polizia di Vittoria, che ha indagato con appostamenti, pedinamenti fino al blitz di ieri.

Due le aziende agricole, un vigneto e serre di primaticci, dove è stata impiegata manodopera straniera e in minoranza italiana, solo tre. Sono vittoriesi, tutti ingaggiati.

Sentiti dagli agenti, non hanno voluto parlare ma è stato accertato che la paga sarebbe stata stabilita “secondo il lavoro fatto”, come hanno testualmente riferito, senza alcuna tutela, dunque.

In un’azienda erano destinati i romeni: tutti in nero; nella seconda c’erano 11 lavoratori: solo gli italiani erano regolarmente “ingaggiati” mentre gli otto uomini di origine africana, tutti richiedenti asilo erano in nero.

“Salate” le sanzioni amministrative elevate agli imprenditori, 1650 euro per ciascun lavoratore irregolare, quindi nel complesso sanzioni per più di 31000 euro e sospensione dell’attività imprenditoriale in entrambi i casi.

Gli accertamenti sono in corso, anche grazie alla collaborazione del servizio ispezione della Direzione Territoriale del Lavoro di Ragusa.

Le indagini sono estese anche per contrastare il caporalato su cui da anni forze dell’Ordine e associazioni, finanche Don Beniamo Sacco, si battono. Tra le serre non c’è solo il lavoro sommerso ma anche lo sfruttamento sessuale: casi in cui donne, soprattutto dell’Est, vengono abusate dai padroni che fanno leva sulla sete di lavoro e soldi delle vittime.

Anche questo fenomeno rientra nel sommerso. Perché nonostante i controlli, le donne non denunciano, lavorano e lo fanno in silenzio.

Viviana Sammito