2 Gennaio 1999 – 2 gennaio 2019. Sono passati 20 anni da quella che è ricordata come la strage di San Basilio.  Rosario Salerno, 28 anni, e Salvatore Ottone, 27 anni, furono le due vittime innocenti. si trovarono nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Uccisi ingiustamente.

All’imbrunire un commando di killers fece irruzione all’interno del bar della stazione di servizio Esso, all’ingresso della città di Vittoria, uccidendo 5 persone.

Angelo Mirabella, referente del clan della stidda di Vittoria, Rosario Nobile, e Claudio Motta, ritenuti affiliati al clan Dominante e i due giovani che in quel momento si trovavano casualmente nel bar. Cinque vite crivellate da una pioggia di proiettili. Si salvò solo il barista, che ebbe la prontezza di rannicchiarsi sotto il bancone. “Quei killer sparavano e non finivano mai”, dichiarò Giuseppe Lorefice, figlio del titolare del bar di Vittoria in cui è avvenuta la strage quel 2 gennaio 1999.

Dopo 14 anni di indagini, processi e testimonianze dei collaboratori di giustizia, nel gennaio del 2013, fu ricostruita la verità sulla strage: venne ordinata dai clan Piscopo ed Emmanuello di Gela, rivali della «Stidda» vittoriese, che intendevano così estendere il proprio predominio anche nella provincia di Ragusa.

Una strage voluta dagli allora vertici di cosa nostra gelese quella della stazione di servizio a Vittoria del 2 gennaio di venti anni  fa e dopo le condanne imposte ai gelesi, compresi i killer entrati in azione, la vicenda è ritornata davanti ai giudici. La Corte di Cassazione, però, ha respinto la richiesta di riparazione per ingiusta detenzione avanzata dal vittoriese Giovanni Avvento. Il cinquantasettenne venne arrestato per la cosiddetta strage di San Basilio, ma la stessa Cassazione e poi i giudici della Corte d’assise d’appello di Catania rividero la sua posizione, con un verdetto d’assoluzione. Avvento, come dichiarato successivamente dai collaboratori di giustizia, non partecipò all’agguato, ordinato per colpire Angelo Mirabella, uno dei vertici del gruppo stiddaro a Vittoria. Gli Emmanuello avevano deciso di eliminarlo.

Il cinquantasettenne rimase detenuto per sei anni, proprio in relazione al procedimento scaturito dai fatti del bar Esso. Ottenuta l’assoluzione ha chiesto un risarcimento. Sia i giudici della Corte d’appello di Catania sia quelli di Cassazione, però, hanno respinto l’istanza. Avvento, stando ai magistrati romani, ha ottenuto l’assoluzione per i fatti del gennaio di venti anni fa ma avrebbe comunque gravitato negli ambienti della criminalità organizzata.

Lo scorso Ottobre la Procura generale di Catania ha chiesto per Salvatore Siciliano, ritenuto responsabile della strage di Vittoria, il carcere a vita.  Salvatore Siciliano, ritenuto il reggente di Cosa nostra di Mazzarino è già condannato in primo grado all’ergastolo per strage e mafia.